Via libera dell’Unione europea alla manovra economica dell’Italia con un deficit al 2,04% del Pil invece che al 1,6% (Il governo avrebbe voluto portarlo dal previsto 1,6% al 2,4%). E oggi 21 dicembre, è atteso il voto di fiducia sul maxi-emendamento che contiene il risultato del compromesso fra Conte, Di Maio e Salvini da un lato, e Junker e Moscovici dall’altro. Vediamo i dettagli di questo compromesso, così come resi noti dalle principali testate giornalistiche, che consente appunto all’Italia di indebitarsi un po’ di più (deficit al 2,04%) per spendere un po’ di più: innanzitutto per far partire il reddito di cittadinanza e la riforma della legge Fornero sull’età della pensione.
TAGLI A REDDITO E A QUOTA 100
Sforbiciata di 1,9 miliardi al Reddito di cittadinanza e di 2,8 miliardi per la Quota 100 della riforma pensionistica. I due cavalli di battaglia della maggioranza partiranno il primo aprile 2019 e costeranno 12 miliardi di euro e non 15,75 come era stato previsto inizialmente.
IVA, CHE SUCCEDE?
Nelle righe dell’accordo con Bruxelles sono però due le misure che hanno già fatto scattare l’allarme. Da un lato i possibili aumenti Iva per 23 miliardi nel 2020 e quasi 29 nel 2021 e nel 2022. La relazione tecnica spiega che, senza interventi, l’aliquota ridotta del 10% passerebbe, a partire dal 2020, al 13%, mentre quella ordinaria (che ad oggi è al 22%) al 25,2% e al 26,5% nel 2021. Ma il governo assicura che “non aumenterà ”.
TAGLI A ENTI NO-PROFIT
Dall’altro i tagli per gli enti no-profit che, se il testo non subirà modifiche, non usufruiranno più del 50% sull’Ires, l’imposta sul reddito delle società . Il provvedimento non piace alla Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, che avverte che a pagare saranno i deboli.
TAGLIO PENSIONI D’ORO
Tra i provvedimenti figura anche il taglio sulle pensioni d’oro, valido dal 2019 per i prossimi cinque anni e organizzato su 5 fasce. La prima prevede un taglio del 15% l’anno (5 mila euro al mese) per i redditi che vanno dai 100 mila ai 130 mila euro lordi, e così via si procederà a scaglioni fino ad arrivare al 40% per le pensioni superiori ai 500 mila euro. In questo modo ci sarà un taglio del 25% per quelle comprese tra 130 mila e 200 mila, del 30% tra 200 mila e 350 mila e, infine, del 35% tra 350 e 500 mila euro. Sono escluse dal taglio le pensioni di invalidità .
VENDITA IMMOBILI
Il maxi emendamento prevede, inoltre, che dal 30 aprile 2019 dovrà essere varato il nuovo “programma di dismissioni immobiliari” che vuole valorizzare i beni dello stato come le caserme in disuso o altri immobili dello Stato dismessi. Ha l’obiettivo di ottenere 950 milioni aggiuntivi nel 2019 e altri 300 tra il 2020 e 2021. Agli enti locali che contribuiscono sarà ceduta una quota degli introiti tra il 5 e il 15%. Altri guadagni sono previsti col divieto di assumere, fino al 15 novembre 2019, personale da parte della Presidenza del Consiglio, ministeri, enti pubblici non economici, agenzie fiscali e università . Questa misura permetterà di guadagnare 100 milioni in termini di indebitamento netto.
TASSE: ECCO LA WEB TAX
Tra le tasse della Manovra è prevista anche una nuova sui servizi digitali: la web tax. Questa sarà applicata a coloro che prestano servizi digitali e che hanno un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni quando i ricavi derivanti dalla prestazione non saranno inferiori a 5,5 milioni di euro.
DISSESTO IDROGEOLOGICO
La manovra prevede anche un fondo di 800 milioni contro il dissesto idreologico nel 2019, che ammonterà a 900 milioni nel 2020 e 2021. Ma per coprire questo fondo si taglia quello per gli investimenti delle amministrazioni centrali. Nello specifico il Fondo per lo sviluppo e la coesione territoriale, quello per le politiche comunitarie e delle Ferrovie dello Stato. Infine nel maxi-emendamento è prevista anche una stretta sui giochi e un aumento del Preu, il prelievo erariale unico, che porterà un gettito aggiuntivo di 355 milioni di euro.
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