Tragedia a Livigno, 24enne fa snowboard: travolto e ucciso da una valanga

Uno snowboarder belga di 24 anni ha perso la vita a Livigno (Sondrio). Una valanga lo ha travolto e ucciso. I soccorritori hanno ritrovato il corpo del giovane sepolto da due metri di neve. Sono intervenuti a raccogliere il giovane senza vita gli uomini del Soccorso Alpino della VII Delegazione di Valtellina e Valchiavenna della Stazione di Livigno.

Insieme a loro anche il Sagf della Guardia di finanza. A lanciare l’allarme un amico che era con lo snowboarder. La tragedia è avvenuta quando i due hanno abbandonato la pista per spostarsi in un’altra area attraversando un canale. Sono in corso indagini sull’accaduto.

ARCHIVIO – Tragedia in montagna: precipita nel vuoto mentre fa “slackline” e muore

Un uomo ha perso la vita venerdì 29 giugno 2018 sulle montagne al confine tra Verona e Trento facendo “slackline”: è precipitato per oltre 200 metri, secondo una prima ricostruzione dei fatti. Si tratta di una pratica di sport estremo che prevede il passaggio da una montagna all’altra su corde sospese nel vuoto.

L’incidente è avvenuto sui Monti Lessini, tra Passo delle Fittanze e Sega di Ala, a 1.399 metri di quota. Per cause ancora da chiarire il dispositivo di sicurezza si sarebbe sganciato e l’uomo si è schiantato al suolo. Sul posto sono intervenuti i medici del 118 di Verona con l’eliambulanza e una squadra del Soccorso Alpino, ma ormai non c’era nulla da fare. Le indagini sono affidate ai Carabinieri di Trento.

Lo “slacklining” – da slickline, la striscia di poliestere larga fra i 2,5 e i 5 centimetri, sospesa nel vuoto, sulla quale camminano i praticanti di questo sport estremo – è la pratica sportiva che prevede appunto il passaggio da una montagna all’altra su corde sospese nel vuoto, cui gli appassionati restano agganciati con un sistema di moschettoni.

Inventato in California, lo slacklining si è sviluppato in modo preponderante negli ambienti dell’arrampicata sportiva. I rischi sono alti, ma gli arrampicatori si danno al funambolismo su questa “fettuccia” sospesa al fine di migliorare le prestazioni nelle scalate. Oltre che negli Stati Uniti, e in California in particolare, questa disciplina estrema si sta sviluppando in tutto il mondo, Italia compresa. Si contano appassionati da Finale Ligure al Monte Bianco, sui Navigli di Abbiategrasso alle Dolomiti al Friuli in Appennino al Gran Sasso e in Sardegna, secondo quanto riporta il sito Siviaggia.it.

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