Un libro sul comodino di Giovanna Bettelli

Perché riproporre oggi, nel terzo millennio, una figura misconosciuta e controversa della storia come il filosofo e imperatore romano Flavio Claudio Giuliano, l’ultimo sovrano che tentò di ripristinare la religione pagana mentre avanzava il cristianesimo?

Quale messaggio ha da darci oggi la vita di Giuliano, detto l’Apostata? Questi temi, tutt’altro che solo per iniziati o colti studiosi, sono proposti all’attenzione del lettore da Giovanna Bettelli, scrittrice appassionata dell’antichità. Una donna convinta che i tempi remoti ci parlano. Ci interrogano e ci spingono a riflettere sul presente.

In un colloquio con VelvetMag, Giovanna Bettelli parla del suo libro, edito da Newton Compton, L’Imperatore eretico – La vita dell’Imperatore Giuliano l’Apostata che rinnegò la fede e trovò se stesso. E spiega: “Fin dai tempi della scuola mi ero appassionata alla figura di quest’uomo, che non fu soltanto un monarca ma anche un filosofo neoplatonico“.

Giuliano, racconta Bettelli, ha subito un’autentica damnatio memoriae nel corso dei secoli. “Aveva abiurato il cristianesimo, era un eretico. È stato riscoperto nel corso dell’Illuminismo da Voltaire…”.

In qualche modo l’Apostata, che significa “il rinnegato”, appare completamente fuori dal suo tempo, alla metà del IV secolo dopo Cristo: la sua vita breve, 32 anni, lo vede protagonista di un velleitario sogno anacronistico.

Bizantino, nato a Costantinopoli, è nipote di Costantino, l’Imperatore che con l’Editto di Milano consente la libertà religiosa e quindi anche, e soprattutto, quella del Cristianesimo, ponendo fine alle grandi persecuzioni. Giuliano vuole invece ritornare indietro. Ripristinare la religione pagana come collante del popolo.

Non perseguitò i cristiani come Nerone o Diocleziano facendo martiri – sostiene Giovanna Bettelli – ma tolse loro ogni privilegio ‘temporale’. Per questo il Cristianesimo lo ha oscurato e nei libri di storia gli sono dedicate solo poche righe…”.

L’Imperatore eretico, “è però attualissimo”. “Io lo vedo – prosegue Bettelli – quasi fosse un Obama dell’antichità. Cercò di riunire i popoli, l’Oriente con l’Occidente, perché comprese già nel 363, quando morì combattendo i Persiani, che la divisione fra l’Est e l’Ovest avrebbe generato morte e distruzione”.

Sul solco del libro L’Imperatore eretico, Giovanna Bettelli lavora alacremente a un nuovo progetto editoriale destinato a vedere presto la luce. “Scrivo adesso per delineare e rendere fruibile a tutti la figura di Sant’Agostino come neoplatonico. Un punto in comune, per quanto strano possa sembrare, proprio con Giuliano l’Apostata”.

Photo credits: per gentile concessione di Giovanna Bettelli

 

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