Pnrr, Rinaldi (Lega): “Se la Commissione non modifica i progetti, nessun problema a rinunciarvi”

Il problema è politico. Credo di conoscere molto bene i meccanismi del Next Generation Eu e in particolare la sua colonna portante, che è il Recovery Fund, il cui Pnrr è l’applicazione pratica a seconda delle esigenze nazionali”. 

Ai nostri microfoni, l’europarlamentare della Lega commenta Antonio Maria Rinaldi, commenta il possibile taglio dei fondi complessivi per il Pnrr all’Italia, da parte della Commissione europea.

Perché è una questione politica?
La Commissione europea è di segno diametralmente opposto rispetto al governo legittimamente scelto dagli italiani a ottobre. Sta per terminare il mandato, speriamo che con la prossima non si verificherà la stessa situazione”;

L’eventuale taglio però, è previsto dalle regole con cui sono stati calcolati gli stanziamenti. E la Commissione ha spiegato questa riduzione dei fondi col fatto che l’economia italiana sta andando meglio del previsto.
Ci sono alcuni aspetti da considerare a livello tecnico. Innanzitutto l’Italia è l’unica Nazione che ha chiesto notevoli importi in prestiti. Questo la dice lunga sulla bontà effettiva del Recovery. Con le condizionalità previste di impiego e con i controlli della Commissione Ue, in molti hanno preferito indebitarsi in maniera autonoma. Inoltre all’epoca i tassi di interesse erano molto bassi. Quindi non va bene che ora ci dicano che non ne abbiamo bisogno. Dovevano dirlo prima, quando potevamo finanziarci su un mercato di tassi notevolmente inferiore”;

Quali sono gli altri aspetti?
La guerra ha creato non pochi problemi nel settore del rifornimento delle materie prime e del settore energetico. Fitto fa benissimo a dire che con le mutate esigenze e scenari internazionali è necessario rivedere alcune cose, come hanno fatto altri Paesi europei. Poi va detto che la posizione della Lega, e mia personale, è che laddove non ci sia sensibilità fa parte della Commissione a modificare i progetti iniziali, non abbiamo nessun problema a rinunciarvi”;

Intende dire che non ci sarebbe nessun problema a tornare indietro?
Se non riuscissimo a sfruttare i fondi in toto non dobbiamo utilizzarli per forza. Fitto fa benissimo a rinegoziare, laddove possibile, tenendo conto dell’effettiva applicazione, altrimenti è inutile prenderli. Anche perché ricordo che si tratta di soldi a prestiti, che vanno restituiti in termini di capitale e interessi. E c’è anche un altro aspetto che riguarda i contributi a fondo perduto”;

Quale?
La Commissione Ue non è dotata di bilancio autonomo, cioè non stampa moneta. Questi denari vanno comunque reperiti da risorse proprie. Tradotto: nuove tasse per i cittadini e dal sistema delle imprese. Sia molto chiaro. Si tratta di un aspetto che non è stato evidenziato a sufficienza dai media”;

La Corte dei Conti ha segnalato ritardi, scatenando la polemica del ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto.
Io non voglio entrare in polemica, soprattutto con le istituzioni. Però voglio dire che la Corte dei Conti ha un approccio meramente contabile. Non tiene conto che il Pnrr è figlio di una situazione emergenziale che non si era mai verificata prima. Il Piano di ripresa e resilienza può essere un’ottima opportunità per il territorio e per le imprese, ma bisogna sfruttarlo nel modo giusto. Ora gli scenari si sono modificati: dopo il Covid è cominciata una guerra. Credo sia opportuno rivedere determinati step dei Pnrr, pena la non applicabilità o la non convenienza. L’approccio della Corte dei Conti è lo stesso della Commissione europea, dove ci sono burocrati che non si rendono contro, perché non hanno mai avuto una gestione amministrativa sul territorio per capire che certe norme sono ormai obsolete e non possono essere applicate alle mutate esigenze”. 

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