L’ora legale aumenta il rischio di infarto: colpa della perdita di sonno?

L’ora legale aumenta il rischio di infarto: l’allarme arriva da alcuni attivisti americani che hanno lanciato una campagna in diversi Stati degli Usa al fine di abolire il cambio d’orario (che avviene due volte all’anno, più o meno ogni sei mesi). Come arma per portare avanti la loro battaglia, queste persone citano una recente ricerca che ha rilevato come nel primo lunedì successivo allo spostamento delle lancette sia riscontrabile un significativo aumentano dei casi di arresto cardiaco.

Lo studio in questione è stato realizzato dall’Università del Michigan e si basa sui dati relativi ai pazienti di tutti gli ospedali presenti in zona. Ebbene, tra il gennaio 2010 ed il settembre 2013 è stata registrata un’impennata degli episodi di infarto nel primo giorno di lavoro successivo all’ingresso dell’ora legale. Un incremento che equivale al 24-25 per cento in più e che si è ripetuto per i quattro lunedì successivi all’inizio dell’ora legale; da ottobre in poi, ovvero da quando le lancette dell’orologio vengono nuovamente spostate indietro per l’ora solare, il numero di infarti si riduce del 21 per cento.

Il cardiologo Hindter Gurm, autore dello studio, ha spiegato che le ragioni dell’aumento degli infarti non sono state dimostrate da un punto di vista scientifico, tuttavia appaiono legate alla perdita di sonno. Per ridurre gli effetti nocivi, secondo lui, bisognerebbe affrontare la variazione oraria “quindici minuti alla volta“. Ricordiamo che il prossimo passaggio all’ora legale avverrà tra poche settimane ovvero fra la notte di sabato 28 e il mattino di domenica 29 marzo. Ricordiamo anche che questo problema è già stato sollevato nel marzo 2014 in Italia, per l’esattezza dal Codacosn, che dopo aver preso visione di uno studio della University of Colorado di Denver ha chiesto che venisse abolito nel nostro Paese il meccanismo dell’ora legale.

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