“No, questo mai, sarebbe un sacrilegio e non potrei assolutamente“: così, qualche mese fa, Giovanni Cottone commentava la volontà di Valeria Marini relativa alla richiesta di annullamento delle loro nozze – celebrate il 5 maggio 2013 presso la Basilica dell’Ara Coeli a Roma – presso la Sacra Rota. Lei, poco dopo la separazione e nel bel mezzo del polverone che tutti ricorderanno, si è subito detta intenzionata a percorrere tale strada. Lui, di contro, si è mostrato prontissimo a darle filo da torcere. Ma alla fine l’ha spuntata Valeria. Assistita dall’avvocato Laura Sgrò, infatti, ha ottenuto il sospirato annullamento. Il tribunale ordinario della Santa Sede ha dato parere favorevole dinanzi a un motivo fin troppo valido.
Già, perché Cottone si era già sposato in chiesa con un’altra donna, che in seguito l’ha reso padre di due bambini. E quel contratto non è mai stato invalidato. “Dinanzi alla precisa ricostruzione dei fatti effettuata dall’avvocato Sgrò – si legge in un comunicato stampa – avvenuta attraverso documenti precisi e circostanziati, il Cottone non ha potuto eccepire nulla. Il Tribunale della Sacra Rota ha, quindi, pronunciato la sentenza definitiva e ha annullato il matrimonio di Valeria Marini con Giovanni Cottone per l’esistenza di un altro vincolo coniugale da parte del Cottone“.
Ciò significa che Valeria potrà contrarre nuove nozze canoniche; essendo molto credente, ha accolto la notizia con grande sollievo. “È la fine di un incubo“, ha commentato. Spiegando poi che Cottone le aveva parlato di un suo precedente matrimonio civile, ma non del rito in un luogo sacro: “Sono stata ingannata in tutto, anche davanti a Dio! Sono stata ferita nel profondo dei miei valori di donna credente cattolica. La fede, nella mia vita, è sempre stata un punto fondamentale. Ora, finalmente, ho avuto giustizia e sono serena; sono pronta a ricominciare. Dopo tante ingiustizie e falsità, ho ritrovato la serenità e la gioia di vivere con il sorriso“.
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