Genova, pediatra si toglie la vita per l’umiliazione: “La magistratura a volte uccide”

Continuano le indagini per chiarire le cause del tragico gesto del pediatra genovese Francesco Menetto. Nella notte tra domenica e lunedì scorso il medico ha preso l’estrema decisione di togliersi la vita gettandosi dal ponte Monumentale di via XX settembre, nel centro del capoluogo ligure.

Si ricollega il fatto all’inchiesta che ha coinvolto il figlio, il farmacista Marco Menetto, 38 anni. Era finito agli arresti domiciliari a causa dei guai con la magistratura per le sue attività di grossista, che ruotavano attorno a una società con sede in un magazzino a Bolzaneto. Le indagini, coordinate dal comandante dei Nas di Milano, Paolo Belgi, avevano portato gli inquirenti a credere che Marco Menetto “acquistava farmaci di dubbia provenienza, rivendendoli poi ad altre aziende quali Pharmazena, con la collaborazione della moglie“.Valentina Drago, di qualche anno più giovane, era finita anche lei ai domiciliari. Ma aveva riconquistato la libertà in breve tempo, poiché il tribunale del Riesame non ravvisava nessun indizio a suo carico.

Marco, la cui professionalità e reputazione è stata macchiata da pesanti accuse, si è sempre dichiarato estraneo ai fatti: “Non ho trafficato in farmaci. Mi contestano di aver comprato da una ditta che avrebbe riciclato medicinali ma non ne so nulla: ho pagato con bonifici, ho fatturato e ho mandato i numeri di serie al ministero. Non avevo niente da nascondere“.

E continuano le indagini per chiarire il significato del messaggio lasciato dal suicida sulla propria auto: “La magistratura miope a volte uccide“. Un messaggio che ha scatenato forti reazioni e polemiche, in primis quelle del figlio. Secondo Marco, il padre si sarebbe tolto la vita perché pesantemente frustrato dal fatto che la propria attività stava andando a fondo come indiretta conseguenza dell’inchiesta sul traffico di farmaci. La madre gli avrebbe confidato: “Dovevamo farlo insieme, mi hanno fermato. Ne parleremo, ora è ancora presto“.

In seguito al suicidio del padre, Marco Menetto è stato rimesso in libertà. Il suo avvocato, Umberto Pruzzo ha così dichiarato: “Ho fatto istanza di scarcerazione per i gravi eventi familiari, che è stata accolta. Menetto è rimasto solo: aveva una sorella che è purtroppo deceduta suicida qualche anno fa. Sua madre ha bisogno delle sue cure“.

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