Scontro treni in Puglia: i nomi dei primi indagati per omicidio colposo plurimo

Dopo il dramma del riconoscimento delle vittime e il tempo del dolore è arrivato il momento di capire che cosa sia successo, la mattina del 12 luglio. Le prime indagini inchiodano il capostazione di Andria

Il treno partito da Andria e diretto a Bari non doveva partire. Il fascicolo aperto dalla Procura di Trani con le ipotesi di reato di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo punta dritto al personale di Ferrotramviaria che era in servizio ieri nelle stazioni di Andria e Corato: i due capistazione, innanzitutto, ma anche eventuali collaboratori.

In questa storia anche noi siamo delle vittime. Siamo disperati ma un solo errore non può aver causato tutto questo” Al primo piano di una palazzina nella zona dello stadio di Corato, il capo stazione di Andria, Vito Piccarreta e sua moglie sono sconvolti dal dolore.”Stiamo soffrendo, quelle immagini sono inaccettabili, tutto quel dolore, quello che è accaduto è incredibile. Ma non è pensabile dare la colpa di quello che è successo soltanto a un errore umano. Non è così” (LEGGI ANCHE: DISASTRO FERROVIARIO: I NOMI E LE STORIE DELLE VITTIME)

vittime

Sotto accusa il segnale di partenza dato al treno fermo ad Andria: quel convoglio si è mosso quando non doveva, con l’ok del capostazione e il semaforo verde di via libera. Prima di iscrivere i nominativi dei dipendenti di Ferrotramviaria, la prima mossa del procuratore è stata quella di costituire un pool di quattro magistrati che, assieme a lui, indagherà in ogni direzione. “Dobbiamo scandagliare ogni possibilità anche per non fare l’errore di fermarci a quello che è accaduto ieri“. Ha dichiarato il Pm.

La linea, dunque, è chiara ed ipotizza tre livelli d’indagine: da un lato si procederà ad individuare le singole responsabilità nella catena di controllo che ha autorizzato il treno a lasciare la stazione di Andria, dall’altro si prenderanno in considerazione la sicurezza dei controlli e il raddoppio della linea, la sua messa in sicurezza e l’utilizzo dei fondi per arrivare all’individuazione di altri soggetti che potrebbero avere ruoli tutt’altro che marginali.

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