Terrore in Germania, siriano con un machete uccide una donna

In Germania un rifugiato siriano ha ucciso con un machete una donna a Reutlingen (Baden-Württemberg), non lontano da Stoccarda ed ha ferito altre due persone

La Germania è nella morsa del terrore. Ieri, 24 luglio, un rifugiato siriano armato di machete ha ucciso la moglie. Secondo la polizia non c’è alcun legame con l’Isis, ma la notizia dopo la sparatoria di Monaco e l’attentato kamikaze di Ansbach (LEGGI ANCHE: GERMANIA, ATTENTATO A ANSBACH. UN RIFUGIATO SIRIANO SI È FATTO ESPLODERE)
getta la Germania nella paura. Proprio ieri il ministro della Difesa ha aperto l’arruolamento nell’Esercito tedesco ai rifugiati e il truce assassinio ha alzato molte polemiche su questa scelta.

machete

Non sono ancora chiare le ragioni del gesto dell’uomo, che era noto alle forze dell’ordine per precedenti altri atti di violenza da lui compiuti, anche se l’ipotesi più probabile sembra quella di una lite. “Quando un uomo e una donna hanno un litigio, si parte dal principio che si tratti di un delitto passionale“, ha detto un portavoce della polizia locale alla Dpa.

Lo stesso portavoce non è stato però ancora in grado di confermare che la donna uccisa fosse incinta, come riferito da un testimone citato dalla Bild. Comunque sembra proprio che i due si conoscessero e lavorassero nello stesso ristorante di kebab, il Mangal, nelle cui vicinanze è avvenuta l’aggressione. Nella furia omicida dell’uomo, che ha agito da solo, sono rimasti feriti un uomo e una donna. “Era completamente impazzito. Si è addirittura messo ad inseguire con il suo machete una macchina della polizia. Nella furia omicida dell’uomo, che ha agito da solo, sono rimasti feriti un uomo e una donna. È stato investito da un’auto privata, è caduto ed è stato bloccato dalla polizia, immediatamente intervenuta“, racconta un altro testimone. L’allarme è così finito quasi subito con l’arresto dell’uomo, ma è bastato a far sentire la Germania, ancora sotto shock per la strage di Monaco, sempre vulnerabile.

Photo Credits: Twitter

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