Hillary Clinton entra storia e diventa la prima candidata donna alla Casa Bianca. La conquista ufficiale della nomination democratica è arrivata col raggiungimento della fatidica soglia dei 2.382 voti nel corso della conta dei delegati riuniti nella convention di Filadelfia
È ufficiale Hillary Clinton è la candidata democratica per la corsa alla Casa Bianca. Sarà lei a sfidare Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali che si terranno l’8 Novembre 2016. Il partito democratico americano ha ritrovato l’unità, dopo le discussioni sulla nomina della sfidante della Clinton, Bernie Sanders. Un segnale chiaro della ritrovata unità del partito l’ha dato proprio Sanders, quando il suo Stato, il Vermont, è stato chiamato a esprimersi ha chiesto di interrompere le votazioni e sospendere le regole per “nominare Hillary per acclamazione“. Otto anni fa era stata Hillary Clinton a prendere il microfono e a schierarsi con Barack Obama, suo avversario nelle primarie.
Le parole di Sanders, così come la proclamazione della candidatura dell’ex first lady, sono state accompagnate dall’approvazione dei sostenitori che ha spazzato via le tensioni dei giorni scorsi. I seguaci dell’anziano senatore hanno manifestato anche oggi tutto il loro sostegno al loro leader e alla sua piattaforma politica e anche oggi non sono mancate le proteste contro Hillary Clinton. Ma ha prevalso l’unità del partito in vista della sfida a Trump. Il bilancio finale è stato di 1.843 delegati per l’esponente socialista e 2.838 per l’ex segretario di Stato.
We just put the biggest crack in that glass ceiling yet.” —Hillary https://t.co/mYkaLIv861
— Hillary Clinton (@HillaryClinton) 27 luglio 2016
L’OMBRA DI PUTIN SULLE ELEZIONI AMERICANE
Oltre che dalle contestazioni dell’ala radicale, la vigilia della convention era stata turbata dalle rivelazioni sulle manovre dei vertici del partito in favore di Clinton contro Sanders. Rivelazioni dietro cui molti vedono lo zampino del presidente russo Vladimir Putin. Barack Obama è tornato sull’argomento e quando gli è stato chiesto se Mosca possa aver cercato di favorire Trump con la divulgazione delle 20mila mail incriminate e se il Cremlino possa tentare di influenzare le presidenziali ha risposto: “Tutto è possibile“. Dopo aver ricordato che sulla vicenda l’Fbi ha aperto un’indagine e che gli esperti hanno attribuito la fuga di notizie alla Russia, il presidente degli Stati Uniti ha aggiunto: “Quello che sappiamo è che i russi violano i nostri sistemi, non solo quelli governativi ma anche quelli privati“.
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