Siria, da Mosca via libera a tregua di 48 ore a settimana ad Aleppo

La Russia è pronta a sostenere la proposta di una tregua di 48 ore su base settimanale ad Aleppo per consentire l’invio di aiuti umanitari nella città assediata: lo fa sapere il generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo

La tregua dovrebbe iniziare la prossima settimana, una richiesta che era stata avanzata dalle Nazioni Unite. Dall’11 agosto la Russia, che con la sua aviazione partecipa ai bombardamenti in Siria insieme alle forze governative di Bashar al Assad, aveva annunciato una tregua quotidiana di tre ore ad Aleppo per permettere l’accesso di aiuti umanitari alla popolazione stremata. Ma da subito l’Onu aveva chiarito che questa misura non era sufficiente, chiedendo appunto un cessate il fuoco di almeno 48 ore. L’emergenza per i civili si è fatta di ora in ora più drammatica con l’avanzata da una parte della coalizione curdo-araba sostenuta dagli Usa e dall’altra, dai raid aerei sempre più massicci dopo che anche la Cina si è schierata con Assad e l’Iran ha aperto le sue basi alla partenza dei bombardieri russi.

Siria

L’inviato speciale dell’ Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha annunciato di avere sospeso l’attività della sua task force umanitaria affermando che i continui combattimenti ostacolano gli aiuti ai civili. De Mistura è tornato a chiedere una tregua di almeno 48 ore, in particolare ad Aleppo. Ma Aleppo non è l’unica città ad essere bombardata. Le bombe in Siria cadono anche in altre zone. I bombardieri russi a lungo raggio tu-22m3 e i caccia Sukhoi su-34, partiti da basi aeree non solo della Federazione russa ma anche dall’Iran, hanno nuovi condotto raid contro obiettivi Is nella provincia di Deir el Zor a est del paese. Nella nuova ondata sarebbero stati distrutti cinque depositi di armi, munizioni e carburante delle milizie islamiste. Colpiti e annientati anche sei posti di comando, distrutte postazioni di artiglieria, blindati e nuclei di supporto tecnologico. I bombardamenti hanno provocato la morte di un numero imprecisato di guerriglieri.

Photo Credits: Twitter

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