La Turchia è entrata in guerra

La Turchia bombarda postazioni dell’Isis e dei curdi dell’Ypg che dichiarano: “Cadrà come Daesh”. Ma perché la Erdogan ha preso questa decisione?

L’esercito turco, insieme ai jet della coalizione internazionale a guida statunitense, ha lanciato mercoledì 24 agosto la prima offensiva coordinata sul territorio siriano, al confine con la Turchia. I carri armati turchi e i miliziani ribelli dell’Esercito siriano libero hanno attraversato la frontiera turco-siriana e, dopo alcune ore di combattimenti, hanno tolto all’Isis il controllo della città di Jarablus, al confine con la Turchia. L’operazione, denominata Scudo dell’Eufrate, dal nome del fiume che scorre nell’area, è la prima missione militare dell’esercito turco dopo il tentativo di golpe.

Perché il premier turco Erdogan ha preso questa decisione? La guerra gli consentirebbe di raggiungere due obbiettivi: abbattere la resistenza curda e l’Isis. Ankara considera i combattenti del PYD, il partito dei curdi siriani, un’estensione del PKK, il partito dei lavoratori curdi presente in Turchia. In questo momento l’Isis sta arretrando su tutti i fronti, è costretto, bombardato dagli Stati Uniti e dalla coalizione internazionale e attaccato sul campo dalle milizie di curdi siriani, armati e finanziati dagli statunitensi. A dare notizia dell’operazione in Siria è stato il presidente ormai molto social Recep Tayyip Erdogan in un discorso trasmesso in diretta su Al Jazeera. “Gli attacchi dalla Siria devono finire – ha dichiarato Erdogan – A chi afferma che la Turchia avrà ripercussioni in questo o quel modo per questa operazione, dico di pensare piuttosto al proprio futuro. Il troppo è troppo! Ogni popolo ha diritto a difendersi, e non ci importa quello che dicono della Turchia”.

Immediata è arrivata la replica di Saleh Moslem, il leader dei curdi siriani del Pyd, che su twitter ha scritto: “La Turchia è nel pantano siriano. Sarà sconfitta come Daesh”. Sulla stessa lunghezza d’onda Redur Xelil, portavoce delle milizie curde Forze di difesa popolari (Ypg), che definisce l’intervento militare turco in Siria come “una palese aggressione negli affari interni siriani”.

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Photo Credits: Twitter

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