Stefano Cucchi per i periti morì di epilessia

Stefano Cucchi morì per un attacco epilettico e non per un pestaggio. È la conclusione cui sono giunti gli esperti nominati dal gip di Roma nell’ambito di una nuova inchiesta sul decesso del giovane tossicodipendente nella notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009

Sotto accusa erano finiti i carabinieri del comando stazione di Roma Appia che lo fermarono per droga, la morte di Stefano sopraggiunse sei giorni dopo all’ospedale Sandro Pertini. Stando ai periti nominati dal gip Elvira Tamburelli nell’ambito dell’incidente probatorio (atto che assume valore di prova in caso di processo) nell’inchiesta bis su cinque carabinieri – tre indagati per lesioni personali aggravate e abuso d’autorità e due per falsa testimonianza – “le lesioni non possono essere considerate correlabili causalmente o concausalmente, direttamente o indirettamente anche in modo non esclusivo, con l’evento morte“.

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Cucchi, affermano i periti, è morto “improvvisamente” alla luce del suo precario stato di salute. “È stata una morte improvvisa e inaspettata per epilessia, in un uomo con patologia epilettica di durata pluriennale, in trattamento con farmaci antiepilettici“. Questa è l’ipotesi ritenuta dai periti “dotata di maggiore forza e attendibilità“, considerate “la natura, l’entità e l’effettiva portata delle lesioni“. Benché, in base alla ricostruzione dei fatti, i dati raccolti “non consentono di formulare certezze sulla(e) causa(e) di morte”, per i periti guidati dal prof.Introna, due sarebbero le ipotesi prospettabili: una riconducibile all’epilessia e l’altra alla frattura alla vertebra sacrale. La prima, per i periti più attendibile, “è rappresentata da una morte improvvisa ed inaspettata per epilessia” per la quale “la tossico-dipendenza di vecchia data può aver svolto un ruolo causale favorente per le interferenze con gli stessi farmaci antiepilettici, alterandone l’efficacia e abbassando la soglia epilettogena“. E, “analogamente, concausa favorente può essere considerata la condizione di severa inanizione” che avrebbe avuto Cucchi. La seconda ipotesi “è correlata con la recente frattura traumatica di S4 associata a lesione delle radici posteriori del nervo sacrale“. Queste due ipotesi, per i periti sarebbero “entrambe possibili”, ma “la prima, a nostro avviso, dotata di maggiore forza ed attendibilità nei confronti della seconda”.

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