È terminato il Consiglio dei ministri con all’ordine del giorno il decreto sul terremoto che il 24 agosto ha colpito il centro Italia. Il Cdm è durato circa 40 minuti
Al termine Matteo Renzi ha scritto in un tweet: “Approvato stamattina il decreto legge terremoto. Avevamo promesso. Non vi lasceremo soli. E così faremo. Tutti insieme“. Il decreto legge approva gli interventi urgenti per le zone terremotate. Il premier sta partendo per le Marche. Visiterà l’azienda Tod’s e poi si recherà ad Arquata del Tronto, Accumuli ed Amatrice col commissario alla ricostruzione Errani e il capo della Protezione civile Curcio.
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CAOS NEL PD
Intanto continua il caos all’interno del Partito Democratico. Una delegazione, formata anche da esponenti della minoranza dem, incaricata di sondare il campo delle forze politiche per arrivare a una revisione il più possibile condivisa dell’Italicum. E’ la proposta che mette sul tavolo il segretario del Pd, Matteo Renzi, intervenuto alla direzione nazionale del partito. Non solo: Renzi rimette in discussione quelli che erano considerati tre pilastri della legge elettorale: doppio turno, premio di maggioranza, elezione dei deputati. “Siamo pronti a discutere del ballottaggio, sul premio alla lista o alla coalizione e al modo con il quale si scelgono i deputati. Il Pd è pronto a fare una discussione profonda, seria con tempi certi“, ha aggiunto Renzi. E, per quanto riguarda i tempi, il segretario ha fatto sue le proposte dell’ex sindaco di Torino, Piero Fassino, di “mettersi subito al lavoro” per arrivare a “un punto di caduta” una settimana dopo il referendum. La condizione posta da Renzi, dunque, è di non sacrificare il dibattito sul referendum e la riforma della Costituzione sull’altare della legge elettorale: “La riforma costituzionale non è un giocattolo per addetti ai lavori”, ha avvertito, “è una partenza per il Paese e siamo disponibili a farci carico di ulteriori mediazioni, ma non siamo disponibili a bloccare un Paese. Per i miei figli e i nostri figli, non ci fermeremo”.
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