Italia e Ungheria, scontro sui migranti. Renzi shock: “Noi pronti al veto”

Secca replica a Viktor Orban. “Se l’Ungheria non accoglierà migranti come fa l’Italia – dice Renzi – siamo pronti al veto sul bilancio dell’Unione europea”.

Si infiamma lo scontro tra Roma e Budapest sul fronte della questione migranti. Il premier dell’Ungheria Viktor Orban va all’attacco. “La politica interna italiana – ha detto, secondo quanto riporta Mti – è un terreno difficile. L’Italia ha difficoltà di bilancio con un deficit che aumenta, mentre stanno arrivando in massa i migranti, con spese ingenti. Renzi ha tutte le ragioni di essere nervoso“. Ma è pronta la replica del premier italiano che ribadisce di essere pronto a mettere il veto sul bilancio Ue se non ci sarà condivisione di oneri e onori fra i Paesi che fanno parte dell’Unione europea.

Orban ha parlato dell’Italia nell’intervista settimanale alla radio Mr, riportata dall’agenzia Mti. L’attacco di Budapest è arrivato dopo che Renzi aveva annunciato che l’Italia è pronta a mettere il veto sul bilancio europeo se paesi come l’Ungheria e la Slovacchia non accoglieranno i migranti come previsto dagli accordi Ue. Il premier ungherese Orban, dal canto suo, ha definito intollerabile considerare l’Ungheria “paese non-solidale” sulla questione dei migranti perché l’Ungheria spende “molto per la difesa dei confini” esterni dell’Unione europea. “L’Ungheria – dice Orban – è solidale con gli altri perché, spendendo molto per la difesa dei confini, sta difendendo la sicurezza anche dei paesi oltre i suoi confini”.

Il presidente Orban ha una visione dell’Italia non puntuale – ha replicato Matteo Renzi oggi 28 ottobre a Radio Radicale -. In altri termini non è vero che il deficit aumenta, non è vero che l’Italia è in difficoltà o che c’è nervosismo”. E ha ribadito: “O l’Europa, e questo vale anche per l’Ungheria, prende atto dei documenti che la stessa Europa ha firmato e si fa carico migranti, o c’è una bella novità: l’Italia metterà il veto su qualsiasi bilancio che non contempli pari oneri e onori”. “Deve essere chiaro che l’Italia non è più salvadanaio da cui andare a prendere soldi – ha concluso -. Il tempo in cui l’Italia faceva il salvadanaio è finito“.

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