Muore Umberto Veronesi: 91 anni spesi a salvare vite

7 figli e 16 nipoti: una vita spesa a salvare vite, un luminare che del ‘grande male’ aveva fatto la sua battaglia. Si è spento Umberto Veronesi.

Ha letteralmente rivoluzionato la chirurgia contro il tumore al seno, dimostrando che l’azione del bisturi può essere salvifica ma anche conservativa, ha fatto della battaglia contro il tumore la sua ragione di vita; si è spento oggi, Umberto Veronesi, l’oncologo che ha cambiato il volto della malattia in Italia. Di queste sue conquiste diceva: «Dico soltanto che un giorno la medicina riuscirà a vincerla definitivamente, questa sfida, ma non sarò stato io. Del resto, ogni ragazzino sogna di realizzare imprese eroiche, destinate a lasciare il segno, no? Si ambisce a restare immortali per ciò che hai compiuto su questo mondo» (LEGGI ANCHE: SCOMPARE UMBERTO VERONESI: I VIP ITALIANI HANNO VOLUTO RICORDARLO COSì).

Non ha trovato la cura per il tumore, ma il ragazzino milanese di strada e di conquiste ne ha fatte davvero molte. Nato il 28 novembre 1925 da una famiglia di origine contadina, Veronesi si è laureato in medicina nel 1950, nella città meneghina ha svolto la sua carriera scientifica, entrando a far parte dell’Istituto tumori subito dopo la laurea. È stato il primo italiano presidente dell’Unione internazionale di oncologia ed è stato l’ideatore di una tecnica rivoluzionaria, la quadrantectomia, che permette di evitare in molti casi l’asportazione totale della mammella.

Divenuto Ministro della Sanità nel 2000 sotto il governo Amato, nel 1995 è stato tra i 12 firmatari dell’appello per la legalizzazione delle droghe leggere, nel quale si considerava come “una legge che legalizzasse l’uso dei derivati della canapa indiana comporterebbe la creazione di un efficace contesto giuridico di controlli e autorizzazioni”. Nella sua lunga e prestigiosa carriera ha ricevuto 13 lauree honoris causa, sia a livello italiano che a livello internazionale, in Medicina, Biotecnologie Mediche, Scienze Pedagogiche, Fisica e Scienze Agrarie. Ha scritto moltissime pubblicazioni e salvato migliaia di vite. Scomparso oggi, lascia nel mondo soltanto un immenso vuoto, ma prima di andarsene lui lo aveva detto, della morte non aveva paura, anche quella l’aveva sconfitta: «L’ho vista in faccia così tante volte… La morte è solo una necessità biologica. Per lasciare spazio e risorse a chi verrà dopo di noi» .

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