Veronesi, tantissimi in coda alla camera ardente. “Non ha voluto essere curato”

A Milano moltissima gente in coda alla camera ardente di Umberto Veronesi. L’estremo saluto in occasione dei funerali laici venerdì 11 novembre.

Per tanti italiani e per i milanesi in particolare “il professore” era più di un grande oncologo. Umberto Veronesi era un medico che ha fatto sentire vicina a molti, soprattutto ai malati terminali, la sua umanità. Per questo molte persone si sono messe in coda davanti a Palazzo Marino, sede del Comune, in piazza della Scala, già dalle prime ore di stamani 10 novembre. È aperta infatti, oggi 10 novembre, la camera ardente per dare l’estremo saluto – prima dei funerali laici di domani 11 novembre – a Veronesi. Sopra la bara di legno scuro c’è un cuscino di rose rosse e ai piedi una foto dell’ex ministro e oncologo, nella quale sorride. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha portato per primo il suo saluto alla famiglia.

“In fondo lui che ha sempre predicato l’eutanasia, cioè il diritto di non soffrire, in qualche modo non ha voluto essere curato alla fine“, ha spiegato Alberto Veronesi, figlio di Umberto, ricordando le ultime ore di vita del padre. “Non ha voluto essere ricoverato, non ha voluto nessun prolungamento, ha voluto andarsene e questo è stato inevitabile. Se n’è andato in maniera naturale – ha aggiunto -. Nessuno pensava che ci sarebbe stato un decorso così rapido, pensavamo addirittura di festeggiare i suoi 91 anni il 28 novembre”. “Invece, adesso, ricordiamo l’ultimo compleanno in cui ha raccontato tutta la sua vita”, ha concluso.

Dal canto suo il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha ricordato il supporto morale, oltre che medico, che Umberto Veronesi gli ha dato quando ha dovuto affrontare il cancro alcuni anni fa. “Quando ho avuto la diagnosi di cancro mi ha rassicurato perché alla fine una persona malata ha bisogno di essere rassicurato dalla medicina – ha ricordato a margine della camera ardente -. Mi sentivo molto protetto, lui in questo era veramente molto bravo. Mi ricordo quando mi disse: ‘Questo è il mio numero di telefono quando hai bisogno chiamami’ – ha proseguito -, io ero una persona qualunque, non che ora non lo sia”. “Alla fine è questo che fa la differenza”, ha concluso.

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Photo credits: Twitter

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