Morti sospette al Pronto Soccorso: arrestato un medico e l’amante infermiera

A Saronno un medico e un’infermiera sono stati arrestati con l’accusa di omicidio volontario per i sospetti decessi avvenuti al Pronto Soccorso dell’ospedale.

Scatta la custodia cautelare per un medico e per la sua amante infermiera, entrambi impiegati presso il Pronte Soccorso dell’ospedale di Saronno e accusati di omicidio. Secondo una prima ricostruzione, il medico anestesista avrebbe deciso, di sua iniziativa, sulla vita e sulla morte delle persone in cura nella struttura ospedaliera, ricorrendo a un dosaggio eccessivo dei farmaci che quotidianamente somministrava ai pazienti. Dalle indagini emerge che l’uomo avrebbe cominciato uccidendo almeno quattro persone nel periodo compreso tra il 18 febbraio 2012 e il 9 aprile 2013.

Le vittime erano persone anziane e malate, alle quali il medico pensava di alleviare le sofferenze somministrandogli un dosaggio che superava quello previsto, provocando il decesso dei pazienti. Per il momento è escluso il movente economico, mentre sembra sempre più accreditata la pista dell’eutanasia, praticata autonomamente dall’anestesista pensando di agire per il bene delle persone interessate. Diverso il caso del marito dell’infermiera, al quale sono stati somministrati dei farmaci non adatti alle sue condizioni di salute, provocandone di fatto la morte. Le indagini del Nucleo Operativo dei carabinieri di Saronno sono scattate dopo la denuncia di un’infermiera nel giugno del 2014.

Quindi sono partite le intercettazioni, sono stati acquisiti i documenti e disposte delle indagini medico-legali per cercare di ricostruire con esattezza cosa fosse accaduto. Consultando il diario del Pronto Soccorso sono emersi i quattro casi in cui le eccessive somministrazioni di farmaci hanno portato al decesso dei pazienti. Sono stati segnalati anche altri casi in cui il dosaggio riscontrava delle anomalie, ma per questi non è stato possibile accertare che i pazienti non sarebbero morti indipendentemente dalle incongrue somministrazioni. Inoltre la lista degli indagati si allunga perché, nonostante fossero giunte altre segnalazioni su episodi sospetti, non sono scattati i necessari controlli per una verifica.

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