Bologna, agente di polizia penitenziaria si spara al pronto soccorso

Un agente di polizia penitenziaria, giunto all’ospedale Sant’Orsola di Bologna per un codice bianco, si è seduto nella sala d’attesa del pronto soccorso e dopo pochi minuti ha estratto la pistola e si è sparato. L’uomo è stato trasportato all’Ospedale Maggiore in condizioni disperate. Francesco Campobasso, segretario regionale del sindacato di polizia penitenziaria Sappe: “Non si comprendono le ragioni di questo tragico gesto”.

Un agente di polizia penitenziaria in servizio al centro di prima accoglienza e comunità minorile del Pratello si è sparato nella mattina di sabato 3 dicembre al pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. L’uomo, di 44 anni, è arrivato al policlinico per un problema fisico giudicato di lieve entità (codice bianco). Dopo il primo controllo, si è seduto nella sala d’attesa del pronto soccorso ma, dopo pochi minuti, ha estratto la pistola d’ordinanza, l’ha rivolta verso se stesso e ha fatto fuoco. È stato trasportato in condizioni disperate all’Ospedale Maggiore.

Francesco Campobasso, segretario regionale del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, ha dichiarato: “L’agente si era recato in ospedale accusando dei fastidi fisici” – si legge su ‘La Repubblica’ – “Ritenuto da codice bianco, ha chiesto di poter attendere in una saletta del pronto soccorso. Dopo alcuni minuti si è udito uno sparo ed il personale medico ha trovato l’uomo riverso su una barella. Non si conoscono i motivi. Ha più di vent’anni di servizio e recentemente aveva partecipato alla prova scritta del concorso interno per vice ispettore. Davvero non si comprendono le ragioni di questo tragico gesto”.

Secondo quanto fatto sapere da Donato Capace, segretario generale del Sappe, “dall’inizio dell’anno sono stati cinque i poliziotti penitenziari che si sono tolti la vita, oltre cento i casi di suicidio nel corpo di polizia e dell’amministrazione penitenziaria dal 2000. È luogo comune pensare che lo stress lavorativo sia appannaggio solamente delle persone fragili e indifese”.

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