Il 10 novembre scorso Stefano Tondi fu aggredito da un uomo con la soda caustica nel giardino di casa. Il movente sarebbe passionale. Nell’agguato rimase coinvolto anche il figlio del primario, Michele, 19 anni, corso ad aiutarlo dopo le sue urla.
Svolta nel caso di Stefano Tondi, il primario del reparto di cardiologia di Baggiovara, in Emilia, tuttora ricoverato al Policlinico di Modena, aggredito insieme al figlio Michele di 19 anni, il 10 novembre scorso, con la soda caustica (LEGGI ANCHE: PRIMARIO DI CARDIOLOGIA AGGREDITO CON L’ACIDO: È GRAVE). A poco più di un mese dai fatti, un modenese di 59 anni, A.D., è stato fermato all’alba di mercoledì 14 dicembre dalla polizia. L’uomo vive in un casolare sull’Appennino. È accusato di avere teso l’agguato al primario e dovrà rispondere agli inquirenti di tentato omicidio e lesioni personali aggravate. Alla base di tutto ci sarebbe un movente passionale. Questa è la pista privilegiata dagli investigatori.
Il professionista era stato aggredito da qualcuno che lo aveva aspettato all’ingresso della villa familiare di Vignola, a venti chilometri da Modena, per sparargli in faccia dell’acido. L’aggressore, secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, aveva infatti atteso Stefano Tondi nascosto nel buio nel giardino che circonda la casa del cardiologo, e quando il primario era sceso dall’auto gli aveva spruzzato contro il liquido corrosivo con un fucile giocattolo, simile a quelli per i giochi con l’acqua in spiaggia.
Solo il tempestivo intervento di Michele Tondi, il figlio, attirato dalle urla del padre, aveva costretto l’uomo a fuggire, evitando conseguenze ancora più drammatiche. La svolta nelle indagini della procura di Modena, guidata da Lucia Musti, si è verificata stata grazie a una serie di accertamenti tecnici e interrogatori che avrebbero consentito di chiarire il giallo. E quindi, soprattutto, il movente di un atto così efferato, che sarebbe probabilmente una vendetta per motivi passionali.
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