Cervelli in fuga, Poletti si scusa su Facebook. Ma scoppia la polemica sul figlio [VIDEO]

Non si placa la rabbia verso il padre del Jobs Act. I social se la prendono col figlio Manuel. Mozione di sfiducia al ministro. Dal Pd lettera di protesta

Manuel Poletti, 42 anni, giornalista (nella foto in basso tratta dal suo profilo Facebook), figlio del ministro del Lavoro Giuliano, è nell’occhio del ciclone. Della bufera politica e sociale, s’intende. Dopo la gaffe del ministro sui ragazzi italiani costretti a espatriare all’estero per trovare una lavoro degno – “è bene che stiano dove sono perché questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi” ha improvvidamente dichiarato Giuliano Poletti – c’è chi ha messo in discussione, contestandolo e ironizzando pesantemente, il figlio, appunto, del titolare del Lavoro: Manuel Poletti. Lui, in Italia, il lavoro l’ha trovato. Ma se ha vita facile è “perché può contare su una generosa mano pubblica”. A”smascherarlo” sono stati i social. «Facile difendere #JobsAct e #voucher quando persino tuo figlio ha azienda che campa grazie a contributi editoria pagati dallo Stato», è uno dei tanti commenti che sono arrivati da Twitter.

Stando al Fatto Quotidiano, che ha intervistato Poletti jr., Manuel è giornalista da cinque anni, un inizio carriera da cronista a Imola, poi corrispondente dell’Unità, e in seguito alla guida di settimanali controllati da cooperative associate a Legacoop (di cui Poletti senior era presidente nazionale). Attualmente è direttore di SetteSereQui, settimanale da 5mila copie della provincia di Ravenna, di proprietà della cooperativa Media Romagna. Società editrice di cui Manuel Poletti è presidente. Il punto è che la cooperativa, in tre anni, ha ricevuto oltre mezzo milione di euro di contributi pubblici: una base sufficientemente solida per non dover emigrare. Forse è anche al figlio che Poletti (Giuliano) pensava quando si è prodigato nelle scuse in video dalla sua pagina Facebook ufficiale, che vi mostriamo sopra.

Contro il ministro è partita una mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle che è stata firmata anche da Sinistra Italia, Lega e alcuni senatori del Gruppo Misto. A Giuliano Poletti è stato chiesto di farsi da parte per un «comportamento inadeguato al ruolo e opinioni del tutto inaccettabili». E in una lettera, sottoscritta da 200 giovani dirigenti del Partito democratico si legge: «Non bastano le scuse formali, perché quello che per lei potrà rappresentare un piccolo inciampo politico, per la nostra generazione rappresenta invece una dolorosa quotidianità».

Cervelli in fuga, Poletti si scusa su Facebook. Ma scoppia la polemica sul figlio [VIDEO]

Photo credits: Twitter, Facebook

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