Rifiutò la chemio e morì a 18 anni: il papà e la mamma indagati per omicidio

Malata di leucemia, Eleonora Bottaro morì lo scorso agosto dopo aver rifiutato la chemioterapia. Ma secondo la procura di Padova fu responsabilità dei genitori averla indotta a questo, persuadendola a fare presunte “cure alternative”

La Procura di Padova ha indagato per omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento i genitori di Eleonora Bottaro, una giovane di 18 anni di Bagnoli deceduta nell’agosto 2016 dopo aver rifiutato le cure chemioterapiche. La ragazza era stata colpita da una leucemia linfoblastica acuta.

LE ACCUSE DELLA PROCURA

In un comunicato stampa diffuso dalla Procura, a firma del procuratore capo Matteo Stuccilli, si legge che i genitori “violando l’obbligo di tutela insito nella potestà genitoriale, da un lato si opponevano alla terapia chemioterapica, osteggiata fin dal primo intervento medico, dall’altro ingeneravano nella figlia Eleonora una falsa rappresentazione della realtà sia in ordine alla gravità e mortalità della patologia da cui era affetta (la leucemia) sia con riferimento alla idoneità e adeguatezza curativa soltanto dei rimedi da essi proposti, privi di qualsiasi validità scientifica. In tal modo inducevano in Eleonora il falso convincimento che la terapia chemioterapica fosse non solo necessaria ma addirittura nociva e interferivano in ogni scelta medica”.

“I GENITORI PREFERIVANO LE CURE ALTERNATIVE”

Quando Eleonora ha contratto la malattia era ancora minorenne, e per questo venne coinvolto anche il tribunale dei minori di Venezia. Sin da subito, i medici avevano previsto la necessità della medicina tradizionale per cercare di salvarla, ma i genitori si opposero fino a perdere la patria potestà. Gli inquirenti, prima di muovere l’accusa verso i genitori che abbracciavano le cure alternative, hanno sentito amici, compagni del gruppo scout e anche il fidanzato per capire il grado di condizionamento su Eleonora. Inoltre, la procura ha acquisito tutte le cartelle cliniche, comprese quelle depositate nella clinica svizzera in cui per un periodo la giovane è stata ricoverata.

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