Processo omicidio Fortuna Loffredo: i pm chiedono l’ergastolo per il vicino di casa assassino

Richiesto il fine pena mai per il presunto assassino di Fotuna Loffredo, la bimba morta dopo essere stata lanciata dall’ottavo piano del palazzo nel quale viveva.

Si è svolta l’udienza del processo per l’omicidio di Fortuna Loffredo, la bimba morta nel Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, il 24 giugno 2014, dopo essere stata lanciata dall’ottavo piano del palazzo nel quale viveva. I pm Domenico Airoma e Claudia Maone, che si sono occupati del caso, hanno esposto ai giudici le loro richieste di pena nei confronti degli imputati del delitto: ergastolo accompagnato da isolamento diurno per 6 mesi per Raimondo Caputo e 10 anni di reclusione per l’ex compagna, Marianna Fabozzi, accusata di aver coperto le violenze nei confronti delle figlie.

Raimondo Caputo, accusato dell’omicidio di Fortuna Loffredo, è imputato anche di violenza sessuale nei confronti della bambina morta a Caivano e delle figlie dell’ex compagna. Il pm Airoma, rivolgendosi ai giudici della quinta sezione della Corte d’Assise di Napoli, nella requisitoria ha affermato: “Condannando Caputo scriverete che l’omertà non serve, che la verità è più forte e alla fine viene fuori. In questo caso è venuta fuori per bocca dei bambini – riferendosi alle testimonianze delle figlie di Marianna Fabozzi -, gli adulti in questa vicenda non ci hanno fatto una bella figura”. “Se lo condannerete – ha aggiunto Airoma – non spareremo fuochi d’artificio, ogni fatto e condanna del genere è una sconfitta per l’umanità. Ma sarò contento, perché alcuni dei personaggi passati in questo dibattimento, che pensavano di trasformare quest’aula in una sorta di retrobottega di sceneggiata indegna della vera sceneggiata napoletana, saranno coperti da infamia per aver ostacolato la giustizia”.

Fortuna Loffredo, conosciuta da tutti nel Parco Verde di Caivano con il nome di Chicca, secondo la ricostruzione emersa dall’inchiesta, fu lanciata dall’ottavo piano del palazzo dove abitava. Caputo avrebbe ucciso la bimba perché si era ribellata a un ennesimo tentativo di violenza sessuale. Nel corso della requisitoria i pm hanno evidenziato, tra gli elementi di prova, quanto emerso dalle intercettazioni ambientali e dalla testimonianza, ritenuta assolutamente genuina, di una amichetta di Fortuna che ha assistito agli ultimi istanti di vita di Chicca. La bambina, dopo aver subito i condizionamenti di Marianna Fabozzi e dei suoi familiari che le imponevano di tacere o fornire false versioni agli inquirenti, secondo i pm, ha detto la verità quando è stata allontanata dal suo contesto familiare e portata in una casa famiglia insieme alla sorellina più piccola, pure lei vittima di presunti abusi da parte di Raimondo Caputo.

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