Caso Andrea Rocchelli: un arresto a Bologna. Chi era il fotoreporter ucciso in Ucraina [VIDEO]

Un cittadino italo-ucraino è stato bloccato a Bologna dai carabinieri del Ros (Reparto operativo speciale). Sarebbe lui, in concorso con altri, l’assassino del fotoreporter Andrea Rocchelli, 31 anni, ucciso nel Donbass, in Ucraina, nel 2014. In alto vi mostriamo un video di RaiNews24, tratto da YouTube, in occasione di una mostra del maggio corso a Milano. Nel filmato si vedono gli ultimi 7 scatti fotografici di Rocchelli: dai volti dei soldati ai bambini radunati in un bunker.

È stato arrestato a Bologna in un blitz dei carabinieri un uomo italo-ucraino. L’operazione è stata resa nota oggi 1 luglio. L’uomo è ritenuto responsabile, in concorso con altri non ancora identificati, dell’omicidio del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli, dell’interprete russo Andrej Mironov e del ferimento del fotoreporter francese William Roguelon, avvenuti il 24 maggio 2014 a Sloviansk, in Ucraina. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal gip del Tribunale di Pavia, su richiesta della Procura di Pavia, è stata eseguita da personale del Ros – Reparto Anticrimine di Milano, e del Comando provinciale carabinieri di Pavia.

ROCCHELLI: CHI ERA E COSA FACEVA 

Il 31enne fotoreporter italiano si trovava in Ucraina, nella regione del Donbass, per documentare il conflitto tra le forze regolari ucraine e le milizie separatiste filo-russe, dell’autoproclamata Repubblica Popolare del Donetsk. Andrea Rocchelli, noto per i molteplici reportage realizzati sempre in zone di guerra e sempre tesi a documentare le sofferenze delle popolazioni civili, si trovava in Ucraina dall’inizio del mese di maggio 2014, insieme all’interprete russo Andrej Mironov, anche lui rimasto ucciso nell’attacco in cui fu ferito il fotoreporter francese William Roguelon. 

COSA HANNO ACCERTATO LE INDAGINI

Le indagini avrebbero accertato la responsabilità dell’italo-ucraino negli eventi. Il giovane, alla fine del 2013, era tornato in Ucraina prendendo parte agli scontri di Piazza Maidan a Kiev. Subito dopo si sarebbe arruolato nei neo-istituiti battaglioni di volontari, inseriti nella Guardia Nazionale, alle dirette dipendenze del ministero dell’Interno ucraino. È dalla collina Karachun, alle porte della cittadina di Sloviansk, che il 24 maggio 2014, con armi a ripetizione e colpi di mortaio, fu aperto il fuoco indiscriminatamente verso i tre foto-reporter.

DETERMINANTI I GENITORI E L’AVVOCATESSA

Le autorità ucraine, al termine di una lunga indagine, classificarono l’episodio come “danno collaterale” della guerra, un incidente senza responsabili né motivazioni precise. Ma, grazie alla spinta dei genitori di Andrea, Elisa e Rino, alla determinazione del loro avvocato Alessandra Ballerini, a al lavoro dei carabinieri del Ros di Milano e della procura di Pavia, l’indagine è stata riaperta a maggio scorso. Ora la svolta. Verità e giustizia appaiono più vicine.

Photo credits: dall’account Twitter di Rogero Fiorentino @reporterogero. Video credits: RaiNews24 / YouTube

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