Caso Manuela Teverini: la svolta è vicina, il marito nuovamente sotto accusa

Nuovi scavi nella cava di Bagnarola dove il marito di Manuela Teverini, la donna scomparsa nel 2000 dalla Provincia di Forlì, era solito buttare i rifiuti. Sull’uomo, già arrestato nel 2002 e poi subito liberato, pesa l’accusa di omicidio.

Continuano incessanti le indagini sulla scomparsa di Manuela Teverini, la 35enne scomparsa nella notte tra il 5 e il 6 aprile del 2000 dalla sua casa di Capannaguzzo, in provincia di Forlì. La verità sulla misteriosa scomparsa, come riporta il settimanale Giallo, sembra essere molto vicina. La magistratura ha aperto una nuova inchiesta dove il marito della donna è indagato con l’accusa di omicidio volontario e distruzione di cadavere. Secondo le indiscrezioni dello stesso settimanale, il movente del delitto sarebbe economico. Costante Alessandri avrebbe ucciso la moglie per impossessarsi dei cento milioni di lire che la donna aveva depositato su un conto bancario cointestato con lo stesso. L’uomo, secondo gli investigatori, avrebbe ucciso la moglie per poi seppellirla in un’area di una cava attigua alla fornace di Bagnarola, dove, a quei tempi, era solito smaltire rifiuti.

Nel corso dei 17 anni, la cava in cui potrebbe essere stata seppellita Manuela Teverini è stata ricoperta di terra e detriti. Per questo motivo il lavoro degli inquirenti risulta essere molto più complicato del previsto. Ci vorrà molto tempo per setacciare l’intera area. L’atteggiamento del marito della donna da sempre non ha mai convinto gli investigatori. L’uomo denunciò la scomparsa della moglie dopo 3 giorni dalla sparizione. Lo scorso ottobre gli inquirenti allargarono le indagini anche alle pertinenze dell’abitazione del fratello di Alessandri e ad un terreno nelle vicinanze della casa del marito di Manuela Teverini dove, grazie all’ausilio dei cani molecolari, vennero trovati dei resti di indumenti e di oggetti, inviati ai laboratori specializzati della polizia scientifica in ricerca di tracce di Dna. Purtroppo il materiale rinvenuto presentava condizioni troppo degradate.

Costante Alessandri aveva il vizio di frequentare le prostitute e Manuela Teverini lo aveva scoperto. Stando quanto riportato dal settimanale Giallo, proprio il vizietto dell’uomo lo aveva messo sul lastrico. Il marito della vittima contattò, proprio per questa ragione, il direttore di banca per chiedergli come si sarebbe dovuto comportare per rimanere in possesso del denaro. “Se quei soldi verranno reintestati solo alla signora Teverini, lei non potrà più usarli“, queste le parole del direttore. Fu proprio in questa occasione che Alessandri, per gli inquirenti, decise di ammazzare la moglie. Nel dicembre 2002 Costante venne arrestato per omicidio e occultamento di cadavere. Gli inquirenti lo incastrarono applicando dei microfoni per registrare le sue conversazioni con una delle prostitute del periodo. “Mia moglie non tornerà più a casa, perché l’ho uccisa“, queste le parole che Alessandri disse mentre era in dolce compagnia. Dopo un mese di carcere venne rimesso in libertà. Interrogato disse che la confessione non era veritiera: “Avevo capito di essere intercettato, lo feci per provocare gli inquirenti“. Ora, su di lui, pende nuovamente l’accusa di omicidio. Solo il tempo e il corso delle indagini potranno rivelarci la verità sulla scomparsa di Manuela Teverini.

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