Anis Hannachi, tunisino, 25 anni, è stato arrestato sabato 7 ottobre mentre passeggiava per il centro di Ferrara. Adesso emerge che era stato respinto dall’Italia nel 2014 quando arrivò a Favignana (Trapani) con altri tunisini su un barcone. Poi aveva fatto il foreign fighter nella guerra di Siria. È sospettato di aver fiancheggiato il fratello assassino e di averlo indottrinato alla Jihad. Sarà estradato in Francia.
AGGIORNAMENTO ORE 13:55 – Anis Hannachi verrà estradato in Francia entro pochi giorni. Lo ha detto il procuratore antimafia e antiterrorismo Franco Roberti nel corso di una conferenza stampa sulle indagini che hanno portato all’arresto del fratello del killer di Marsiglia.
Ahmed Hannachi, infatti, era il killer jihadista di 29 anni che, armato di coltello e al grido di “Allah u-akbar”, ha assassinato il 1 ottobre due cugine di 21 e 20 anni, Laura e Marianne, appena prima di essere freddato dai poliziotti francesi. Dietro l’attentato ci sarebbe l’indottrinamento e forse anche l’organizzazione di Anis Hannachi. La probabile presenza di quest’ultimo in Italia era stata segnalata dalle autorità francesi la sera del 3 ottobre e il 4 si è avuta la certezza che fosse nel nostro Paese, in Liguria. Hannachi è poi stato arrestato il 7 ottobre a Ferrara. Il giovane tunisino aveva combattuto tra i foreign fighters arrivati da tutto il mondo in Siria per partecipare alla jihad, secondo quanto hanno comunicato le autorità francesi a quelle italiane.
“TUTORE” DEL FRATELLO KILLER
L’ipotesi delle autorità transalpine è che sia stato proprio Anis Hannachi a indottrinare e a provocare la radicalizzazione del fratello Amhed. Gli investigatori hanno sottolineato anche che, al momento, “non ci sono evidenze” che l’arrestato volesse compiere azioni in Italia o stesse pianificando attacchi nel nostro paese o che avesse “solidi appoggi” logistici a Ferrara, dove è stato rintracciato e fermato. Anis è stato ospitato da un amico connazionale che vive regolarmente a Ferrara e che è integrato con la città. Nello stesso appartamento quattro o cinque ragazzi, tutti connazionali. Alcuni sono studenti. Alle autorità italiane Anis non era noto come soggetto radicalizzato: nelle banche dati delle forze di polizia risultava solo il fotosegnalemento del 2014, quando poi fu respinto e rimandato in Tunisia.
DUE ANNI DI “GUERRA SANTA”
In realtà in Siria, nelle file dei jihadisti, assieme ad altre migliaia di foreign fighters, Anis avrebbe militato per almeno due anni, dal 2014 al 2016. Gli uomini della Digos di Bologna e Ferrara ieri hanno dato esecuzione a un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità francesi. L’accusa ipotizzata dagli inquirenti transalpini nei confronti del 25enne tunisino è partecipazione ad associazione terroristica e complicità nel delitto commesso dal fratello. Ma non solo: Anis potrebbe aver avuto un ruolo nell’organizzazione di quanto avvenuto a Marsiglia anche se non sarebbe stato presente nella seconda città francese il giorno dell’attentato.
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