Referendum per l’autonomia, Lombardia e Veneto al voto: successo per Zaia, non per Maroni

Cittadini al voto, domenica 22 ottobre, in Lombardia e Veneto, per il referendum sull’autonomia. Seggi aperti dalle 7 alle 23 per la prima consultazione elettronica in Italia: la scheda cartacea è infatti sostituita da tablet sul quale si può votare sì, no o scheda bianca. Subito dopo la chiusura delle urne i primi exit poll.

Ore 23:30 – Queste le prime parole di Luca Zaia: “Abbiamo passato la soglia del quorum, è stata una partita non facile ma non esiste il partito dell’autonomia, esistono i veneti che si esprimono per questo concetto”. “Oltre 2 milioni di persone si sono recate alle urne in Veneto”.

AGGIORNAMENTO ORE 23:10 – In Veneto avrebbe votato il 60% degli elettori secondo i dati resi noti da Enrico Mentana, direttore del Tg La7. In Lombardia l’affluenza alle 19 aveva superato il 30% e sarebbe attorno al 40%. Una differenza netta rispetto al Veneto. Si profila un chiaro successo, anche oltre le aspettative, per il governatore veneto Luca Zaia, non per il suo omologo lombardo Roberto Maroni.

LOMBARDIA, NO QUORUM

Nel quesito si chiede all’elettore se è favorevole all’avvio di una trattativa con il governo per trasferire alla Lombardia le 20 competenze concorrenti e le tre negoziabili previste dalla Costituzione e le relative risorse. In Lombardia non è previsto un quorum.

VENETO, QUORUM 50% + 1

In Veneto il governatore Luca Zaia ha votato appena aperto il seggio nella scuola a San Vendemiano (Treviso). Sulla scheda il quesito è “vuoi che alla regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?”. Il referendum consultivo veneto prevede un quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto.

IN COSA CONSISTE IL REFERENDUM

Al voto sono chiamati complessivamente quasi 12 milioni di persone: 7,9 milioni di elettori lombardi e poco più di 4 milioni di veneti. Per votare bisogna recarsi nel seggio indicato sulla tessera elettorale, dove basta presentare un valido documento di identità. In entrambe le regioni i cittadini sono chiamati a esprimersi sul cosiddetto “regionalismo differenziato”, ossia la possibilità, per le Regioni a statuto ordinario di vedersi attribuite “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” (come recita l’Articolo 116 della Costituzione) in alcune materie indicate nel successivo Articolo 117.

COSA IMPLICA VOTARE SI’ O VOTARE NO

Chi vota Sì, è d’accordo sulla possibilità che le Regioni chiedano di intraprendere il percorso istituzionale per ottenere maggiori competenze dal Governo; chi vota No è contrario all’iniziativa.

I QUESITI

In Lombardia il quesito è: “Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”. Più stringata la domanda in Veneto: “Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?”.

VOTO ELETTRONICO E A MATITA

Un’altra differenza tra le due Regioni è il sistema di voto: elettronico in Lombardia (è la prima volta in Italia), tradizionale con scheda di carta e matita in Veneto. Gli elettori lombardi troveranno nella cabina una “voting machine”, un dispositivo simile a un tablet che sullo schermo touch screen riporterà il testo integrale del quesito referendario.

E SE SBAGLIO A VOTARE?

Tre le possibilità di voto: sì, no o scheda bianca. In caso di errore, l’elettore avrà la possibilità di modificare la scelta, ma solo una volta. In tutto sono 24.700 le voting machine distribuite nelle 9.224 sezioni della Lombardia. A vigilare sul loro funzionamento sono previsti 6.700 “assistenti digitali” incaricati dalla Smartmatic, la società olandese che ha vinto il bando regionale per l’e-voting. Per evitare il rischio di attacchi informatici o blackout, i tablet non saranno collegati a Internet né alla corrente elettrica.

MA IL VOTO NON VINCOLA…

I referendum non sono vincolanti. Se vince il Sì, le Regioni potrebbero chiedere al governo centrale di avviare una trattativa per ottenere maggiori competenze nelle venti materie concorrenti (tra queste spiccano il coordinamento della finanza pubblica e tributario, lavoro, energia, infrastrutture e protezione civile) e in tre esclusive dello Stato: giustizia di pace, istruzione e tutela dell’ambiente e dei beni culturali. L’intesa tra lo Stato e la Regione interessata dovrà poi concretizzarsi in una proposta di legge che dovrà essere approvata a maggioranza assoluta da entrambe le Camere.

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