Adesivi di Anna Frank contro i romanisti, Lotito nella bufera. E la sua corona di fiori finisce buttata

Il caso degli adesivi anti romanisti, attaccati allo stadio Olimpico da alcuni ultras della Lazio, con l’immagine di Anna Frank che “indossa” la maglietta della Roma, rischia di avere ripercussioni non solo penali per gli autori di un gesto vergognoso. Ma anche di immagine e di reputazione per il presidente della Lazio Claudio Lotito, così solerte, ieri 24 ottobre, a recarsi in visita alla Sinagoga della Capitale per “dissociarsi” da quanto accaduto. E che invece avrebbe detto ai suoi: “Famo ‘sta sceneggiata…”.

In memoria della bambina ebrea morta nel campo di sterminio nazista di Bergen-Belsen nel 1945 in Germania, simbolo delle vittime della Shoah, Lotito assieme a una delegazione della Lazio aveva deposto una corona di fiori. Oggi 25 ottobre però Il Messaggero pubblica alcune frasi carpite a Lotito mentre era in volo da Milano a Roma lunedì sera e quindi prima della visita alla Sinagoga.

A bordo dell’aereo, alcuni passeggeri lo avrebbero sentito commentare così la vicenda: “Il rabbino sta a New York. Er vice-rabbino ci sarà?“, chiedeva il patron biancoceleste ai suoi collaboratori. E ancora: “Non valgono un ca…. questi. Hai capito come stamo? Famo ‘sta sceneggiata“. Malgrado la smentita e la minaccia di querele da parte del presidente biancoceleste, il sito web del Messaggero pubblica un audio delle frasi dette da Lotito.

Come se non bastasse, saltano fuori le fotografie della corona di fiori laziale gettata via sul Lungotevere. Secondo la ricostruzione di Corriere.it, gli autori del gesto potrebbero essere alcuni ragazzi della Comunità ebraica che si sarebbero sentiti offesi per un biglietto – sgrammaticato: “Hai fratelli ebrei” – lasciato sulla corona e firmato da un “Claudio” biancoceleste. Il fiorista che ha confezionato la corona di fiori avrebbe raccontato di aver ricevuto il biglietto da un tassista tifoso di passaggio.

Adesivi di Anna Frank "romanista" e scritte antisemite: inchiesta sulla Lazio

Photo credits: Twitter, Facebook

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