Caso Regeni, rivelazioni shock. Le bugie della professoressa. I timori di Giulio

Maha Abdelrahman, la professoressa tutor di Giulio Regeni all’università di Cambridge, avrebbe gravemente mentito sul suo rapporto accademico con il ricercatore italiano inviato al Cairo, e lì sequestrato e barbaramente torturato e assassinato a inizio 2016. Esecutori e mandanti dell’omicidio sono ancora ignoti, anche se in Italia nessuno più dubita che si tratti di uomini dei servizi di sicurezza del regime egiziano di Al Sisi.

AGGIORNAMENTO ORE 16:39 – Maha Abdelrahman, ex tutor di Giulio Regeni all’Università di Cambridge, “ha ripetutamente espresso la sua volontà di collaborare appieno con i procuratori italiani“. Così un portavoce dell’ateneo britannico in una dichiarazione rilasciata all’Ansa.

La notizia, un’esclusiva di Repubblica a firma di Carlo Bonini e Giuliano Foschini, riguarda il fatto che la docente di Regeni a Cambridge, dove il giovane italiano (28 anni) studiava per il dottorato di ricerca, avrebbe detto sin qui bugie sull’oggetto della ricerca per la quale Giulio era stato inviato in Egitto, e anche sulla scelta del docente che lo avrebbe accompagnato nella sua ricerca partecipata una volta giunto al Cairo. Aspetti solo apparentemente secondari e invece importanti per far luce sulla sorte atroce del ricercatore friulano.

NON SI È MAI FATTA INTERROGARE IN MODO FORMALE

Un’inchiesta e documenti inediti, fra cui conversazioni via Skype ed email, documenterebbero le menzogne finora dichiarate da Maha Abdelrahman sul caso Regeni. Il 9 ottobre scorso la procura di Roma ha trasmesso una nuova richiesta di rogatoria alle autorità giudiziarie inglesi chiedendo formalmente che venga interrogata la tutor di Giulio dopo che, per un anno e mezzo, si è sottratta a ripetute richieste di formale testimonianza da parte dei giudici italiani nell’ambito dell’inchiesta sull’assassinio Regeni.

LA ROGATORIA POTREBBE OBBLIGARLA

La Repubblica è entrata in possesso della rogatoria, un documento di 12 pagine, e nella sua inchiesta rivela dettagli che tornano a porre interrogativi alle autorità inglesi, di Governo e accademiche. In particolare le autorità giudiziarie italiane chiedono chiarezza sul rapporto tra Regeni e la ricercatrice.

Caso Regeni, rivelazioni shock. Le bugie della professoressa. I timori di Giulio
Maha Abdelrahman, docente di Giulio Regeni

COSA VOGLIONO SAPERE DA LEI I PM DI ROMA

La rogatoria internazionale verso il Regno Unito si sostanzia in cinque punti, cinque interrogativi che da i magistrati italiani vorrebbero porre alla professoressa di Giulio nell’ambito di una deposizione come teste, cosa che mai è potuta avvenire finora. Eccoli: 1) Chi ha scelto il tema della ricerca di Regeni 2) Chi ha scelto la tutor che al Cairo avrebbe seguito Regeni nel corso della ricerca 3) Chi ha scelto la modalità della “ricerca partecipata” 4) Chi ha definito le domande da porre agli ambulanti intervistati da Regeni 5) Se Giulio Regeni abbia consegnato alla sua professoressa l’esito della ricerca partecipata in un incontro avvenuto al Cairo il 7 gennaio 2016, ossia 18 giorni prima di essere sequestrato da ignoti e poi, dopo 8 giorni, ritrovato cadavere.

“GIULIO ERA PREOCCUPATO E SUBIVA PRESSIONI…”

Secondo i pm romani a questo genere di domande la professoressa Abdel Rahman ha omissivamente e fugacemente risposto in maniera informale nel corso di questo anno e mezzo dall’assassinio di Giulio, mai in maniera formale in sede giudiziaria, e comunque mentendo. Nella rogatoria all’Inghilterra, infatti, i magistrati citano conversazioni su Skype fra Giulio Regeni e la madre Paola, in cui, in dialetto friulano, il giovane esprimeva dubbi e preoccupazioni su quelle che di fatto appaiono come pressioni a investigare e sovraesporsi per la sua ricerca accademica – in un paese insicuro e pericoloso come l’Egitto – da lui subite da parte della professoressa Maha Abdelrahman.

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Photo credits: Twitter

 

 

 

 

 

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