Un’italiana nella top ten 2017 degli scienziati. Ecco chi è

C’è anche una donna italiana di 40 anni, l’astronoma Marica Branchesi di Urbino, nella Top Ten dei personaggi scientifici del 2017 stilata dalla rivista britannica Nature. Professore associato del Gran Sasso Science Institute (Gssi), Branchesi lavora nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), collabora con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) ed è membro della collaborazione Virgo.

Nature, spiega il sito web dell’Ansa, ha citato Marica Branchesi per il ruolo nella scoperta dei primi segnali di onde gravitazionali dalla collisione di due stelle di neutroni. “Dalla comunicazione quantistica e l’editing del genoma alla minaccia di una crisi nucleare e lo smantellamento delle garanzie per la protezione ambientale negli Stati Uniti, la lista comprende gli alti e i bassi del 2017 per la scienza e i ricercatori”, ha scritto il direttore di Nature per le news, Brendan Maher.

Fra le buone notizie che parlano dell’Italia nell’anno che sta per chiudersi, la citazione di Marica Branchesi non è l’unica. Viene citato anche Khaled Toukan, che ha giocato un ruolo di primo piano nella realizzazione dell’acceleratore Sesame, il primo mai costruito in Medio Oriente e al quale l’Italia partecipa con un forte contributo finanziario attraverso l’Istituto nazionale di fisica nucleare. Nella classifica anche il fisico cinese Pan Jianwei, fra gli autori della trasmissione quantistica sicura con un satellite distante 1.400 chilometri.

Soddisfatto per il riconoscimento italiano il presidente dell’Infn, Fernando Ferron: “Se una ricercatrice che lavora con i finanziamenti dell’Infn riesce ad arrivare fra i primi al mondo vuol dire che i soldi dell’ente sono spesi bene. Marica Branchesi è una grande protagonista della fisica e della conoscenza delle stelle di neutroni“. Sebbene per l’acceleratore Sesame Nature abbia citato il contributo del presidente della Commissione Atomica della Giordania, Khaled Toukan, la citazione di Sesame è comunque importante per l’Italia, che ha contribuito alla realizzazione dell’acceleratore con circa 3,5 milioni di euro attraverso l’Infn.

Un'italiana nella top ten 2017 degli scienziati. Ecco chi è

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