Promoter uccisa, Clericò: “Sono stato io ad ammazzare Marilena Rosa Re. L’avevo sognata la sera prima”

L’uomo accusato dell’omicidio della promoter Marilena Rosa Re ha ritrattato nuovamente la sua versione dei fatti: questa volta ha confessato il movente secondo il quale ha compiuto il delitto.

Il pensionato di Garbagnate, accusato dell’omicidio volontario ed occultamento di cadavere di Marilena Rosa Re, prima dell’inizio delle festività natalizie, ha confessato davanti al pm di Buston Arsizio una nuova versione dei fatti. L’ex dipendente dell’Esselunga per la prima volta ha affermato in maniera chiara di aver commesso il delitto, raccontando di essere stato come suggestionato da un fantomatico sogno nel quale la promoter lo avrebbe minacciato di morte.

“Sono andato in affanno, per tutta la notte ho sognato Marilena che continuava a dire che mi avrebbe soffocato e che dovevo stare zitto, che non dovevo raccontare, che non dovevo parlare con nessuno. Ero assillato da quel sogno, da lei che mi diceva che non dovevo parlare. Nel sogno mi ripeteva: ti soffoco, ti soffoco”. Sono queste le parole di Vito Clericò davanti al pm di Busto Arsizio che ammette: “Con me lei è stata sempre una persona buona. La mattina dopo mi sono recato da Marilena perché assillato dal sogno dove lei continuava a dire che non dovevo parlare. L’ho invitata a scendere, abbiamo avuto un battibecco, poi Marilena ha deciso di venire con me a Garbagnate”. Durante la deposizione il pensionato ha anche pianto, mostrando segni di pentimento per ciò che aveva commesso ed ha ammesso che il cadavere della donna è stato decapitato per errore. L’uomo però, nella sua ricostruzione, non ha spiegato perché Marilena Rosa Re fosse così tanto arrabbiata con lui nel sogno, tanto da spingerlo il giorno seguente a contattarla chiedendole di incontrarla con una certa urgenza. Un mistero che ancora resta senza alcuna risposta.

Vito Clericò ha confermato di essere lui l’autore del delitto: “Sono passato nel mio orto per prendere delle cose e Marilena ad un certo punto è inciampata ed è caduta. Non so cosa mi sia preso, ho afferrato un tubo metallico che sorregge una siepe. L’ho colpita dietro, sulla testa. Ho avuto una furia, non so cosa mi sia accaduto in quel momento”. Il pensionato ha raccontato che l’omicidio si è consumato a Garbagnate, mentre la Procura è convinta che i fatti si siano svolti a Castellanza. Per il momento le armi del delitto non sono ancora state trovate.

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