Protesta a Gaza, scontri e massacro: “Israele ha causato 16 morti e 1400 feriti”

Almeno 16 palestinesi sono morti e 1400 feriti al confine tra Israele e la Striscia di Gaza. È il bilancio ancora provvisorio degli scontri avvenuti Venerdì Santo 30 marzo alla “Marcia del Ritorno”, la protesta convocata da Hamas in memoria delle terre palestinesi confiscate nel 1948 al momento della fondazione dello Stato di Israele. Riunione d’urgenza all’Onu.

È il ministero della Salute di Gaza a dare la notizia di 16 vittime e di oltre 1.400 feriti. L’esercito israeliano ha aperto il fuoco in più occasioni con colpi di artiglieria, munizioni vere e proiettili di gomma vicino alla barriera di sicurezza davanti a cui hanno manifestato 17.000 palestinesi. Dalla folla sono stati lanciati sassi e bottiglie molotov verso i militari. Secondo il generale israeliano Eyal Zamir, l’esercito è intervenuto perché ha “identificato alcuni terroristi che cercavano di condurre attacchi, camuffandosi da manifestanti”. Tuttavia sui social media circolano video che mostrano uomini e donne palestinesi sventolare la bandiera e per tutta risposta essere colpiti e cadere feriti a terra.

“INTERVENGA LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE”

L’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha chiesto l’intervento della comunità internazionale. Yusef al Mahmoud, portavoce dell’Anp a Ramallah, ha chiesto “un intervento internazionale immediato e urgente per fermare lo spargimento del sangue del nostro popolo palestinese da parte delle forze di occupazione israeliane”.  Il presidente palestinese, Abu Mazen, ha proclamato per sabato 31 marzo un “giorno di lutto nazionale” per i “martiri” a Gaza.

IL SENSO DELLA PROTESTA PALESTINESE

La protesta, che secondo gli organizzatori doveva essere pacifica, ha l’obiettivo di realizzare il “diritto al ritorno”: la richiesta palestinese che i discendenti dei rifugiati privati delle case nel 1948 possano ritornare alle proprietà della loro famiglia nei territori che attualmente appartengono a Israele. Le manifestazioni sono partite da sei diversi punti sul confine tra Gaza e Israele, lungo una cinquantina di chilometri. Scontri sono scoppiati anche in Cisgiordania, all’ingresso di Ramallah e nel quartiere di Bab a-Zawiya a Hebron. Le proteste dureranno fino al 15 maggio, anniversario della fondazione di Israele, per i palestinesi “Nakba”, la catastrofe. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu, su richiesta del Kuwait, si è riunito a porte chiuse. 

Photo credits: Twitter

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