Svolta nell’omicidio di Simona Floridia: rinviato a giudizio dopo 26 anni il presunto assassino

È stato rinviato a giudizio Andrea Bellia, l’uomo accusato dell’omicidio premeditato nei confronti di Simona Floridia, l’adolescente di Caltagirone che scomparve nel settembre del 1992 e il cui cadavere non fu mai ritrovato. 

Una svolta clamorosa nel caso di Simona Floridia, la diciassettenne di Caltagirone scomparsa nel nulla la sera del 16 settembre del 1992 e che per la Procura è stata uccisa, probabilmente al culmine di una lite, da Andrea Bellia. Il corpo dell’adolescente non fu mai ritrovato. L’uomo, oggi quarantacinquenne, è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. A disporre il rinvio a giudizio, dopo quasi 26 anni dal delitto, è stato il gip del Tribunale di Caltagirone Ivana Cardillo su richiesta del procuratore Giuseppe Verzera.

Come riporta la stampa locale, la prima udienza del processo è stata fissata per il 13 settembre del 2018 davanti alla Corte d’Assise di Catania. Andrea Bellia, assistito dal legale Fabiana Michela Distefano, continua a professarsi innocente. Sull’indagato a piede libero pesano tra le prove la testimonianza di un suo amico, a cui presumibilmente confessò di essere stato lui a far sparire Simona Floridia. Parole sempre smentite da Bellia. L’avvocato Giuseppe Fiorito, legale della famiglia della ragazza, ha dichiarato nella fascia quotidiana di Chi l’ha visto?: “Non vogliamo un colpevole ma il colpevole, speriamo che il processo ci dica la verità sulla scomparsa di Simona“. 

Stando alla ricostruzione della Procura, la diciassettenne scomparve il 16 settembre del 1992 dopo essere uscita per una passeggiata con le amiche. Il procuratore, vista la documentazione raccolta in questi lunghi anni di indagini, ha indicato Andrea Bellia quale responsabile della sparizione grazie alla testimonianza, ritenuta credibile, avvenuta nel corso dell’incidente probatorio del 2013, in cui un amico dell’uomo riferì circostanze ritenute interessanti e attendibili visti i riscontri con alcune intercettazioni telefoniche. I possibili moventi dell’omicidio su cui si sono concentrati gli inquirenti sono due: il primo passionale, per i legami e i tradimenti affettivi consumati negli ambienti frequentati dalla ragazza; il secondo riconducibile invece a questioni di carattere economico.

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