Incidenti in montagna: è strage di alpinisti

Almeno 8 alpinisti, di cui 5 italiani, sono morti nell’ultimo fine settimana in distinti incidenti di montagna sulle Alpi. Tragedia a cui si somma la morte di Simone La Terra sull’Himalaya.

AGGIORNAMENTO ORE 12:08 – Sono tutte italiane le 5 vittime della tragedia consumatasi ieri sulle Alpi svizzere tra la Pigne d’Arolla e il Mont Collon mentre si trovavano sulla Haute Route Chamonix-Zermatt. Oltre alla guida alpina Marco Castiglioni di 59 anni, comasco ma residente in Svizzera, le altre tre vittime sono tutte bolzanine, molto conosciute negli ambienti del Cai. Si tratta di Elisabetta Paolucci di 44 anni, Marcello Alberti, 53 anni, e sua moglie Gabriella Bernardi di 52. Ancora ignoto il nome della quinta vittima.

 

INTRAPPOLATI NELLA BUFERA

Cinque persone, 4 delle quali italiane, sono morte e altre cinque sono rimaste ferite gravemente sulle Alpi Svizzere, dopo aver trascorso la notte all’addiaccio fra domenica 29 e lunedì 30 aprile. Lo ha reso noto la polizia del cantone Vallese. I soccorritori hanno trovato il gruppo all’alba. Formato da 14 alpinisti di nazionalità italiana, francese e tedesca, il gruppo era stato sorpreso dal maltempo: una tempesta si è abbattuta intrappolandoli nelle nevi nella zona della Pigna d’Arolla mentre percorrevano la Haute Route Chamonix-Zermatt. Una delle vittime è Marco Castiglioni, 59 anni, la guida alpina italiana che li conduceva. Questi i nomi delle altre vittime italiane, tutte della zona di Bolzano, secondo quanto riporta Corriere.it: Elisabetta Paolucci di 44 anni, insegnante di scuola superiore ed esperta alpinista; Marcello Alberti, di 53 anni, commercialista e sua moglie Gabriella Bernardi di 52 anni. Nato a Como, Marco Castiglioni da qualche anno si era trasferito in Svizzera, in Canton Ticino, con la moglie di origine bulgara e con lei aveva aperto un’agenzia che organizzava escursioni in montagna. 

BASSE TEMPERATURE E SFINIMENTO

Due giovani alpinisti svizzeri di 21 e 22 anni sono invece stati trovati senza vita, lunedì 30 mattina, sulle Alpi bernesi, nella zona del monte Monch, a 4.105 metri. Secondo quanto riferito dalla polizia cantonale di Berna, hanno perso la vita a causa delle basse temperature e dello sfinimento. L’allarme alle autorità sulla loro scomparsa era stato dato alle 20:20 di domenica ma le ricerche erano state rese molto difficili a causa del maltempo.

ESCURSIONISTA RUSSA

Altri soccorritori hanno poi avvistato il corpo senza vita di un’escursionista russa dispersa da sabato scorso 28 aprile nell’area del Monte Rosa. Il cadavere sarà recuperato quando le condizioni meteo lo consentiranno. La donna, che si muoveva con le ciaspole, era stata notata da una guida alpina, che le aveva sconsigliato di procedere verso Zermatt (Svizzera) considerate la difficoltà dell’itinerario e le previsioni di peggioramento della situazione meteo. Era quindi stata dirottata verso il rifugio Mantova (3.495 metri), a Gressoney-La-Trinité (Aosta), dove però non è mai arrivata

MORTE SULL’HIMALAYA

In Nepal, sempre lunedì 30 aprile, l’alpinista Simone La Terra, 36 anni, di Castiglione delle Stiviere (Mantova), è morto mentre stava scalando il Dhaulagiri, una delle vette più alte dell’Himalaya. La Terra si trovava all’interno di una tenda a 6.900 metri quando è stato spazzato via dal vento, secondo quanto ha riferito l’organizzazione della spedizione. Il suo corpo è stato ritrovato e recuperato 800 metri più in basso.

Incidenti a catena in montagna: è strage di alpinisti

Photo credits: Twitter

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