Caso Elena Ceste, la Cassazione conferma la condanna per il marito: 30 anni di reclusione per Michele Buoninconti

È terminata l’udienza in Cassazione riguardante il processo per l’omicidio di Elena Ceste, della cui morte è accusato il marito Michele Buoninconti. La Suprema Corte ha confermato le sentenze precedenti condannandolo a 30 anni di reclusione.

La Corte di Cassazione quest’oggi, 17 maggio 2018, ha confermato la condanna prevista dai precedenti gradi di giustizio per il marito di Elena Ceste, la donna scomparsa nel gennaio del 2014, il cui cadavere venne ritrovato mesi dopo in avanzato stato di decomposizione. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso confermando la condanna a 30 anni di reclusione per il vigile del fuoco, il quale continua a professarsi innocente. Per i giudici non ci sono dubbi: Michele Buoninconti ha ucciso la moglie.

Cosa sia successo effettivamente quella mattina del 24 gennaio del 2014 ad Elena Ceste non si sa con la precisione. La mamma di 4 figli era scomparsa nel nulla dopo che il marito aveva accompagnato i bambini a scuola. Per mesi si sono susseguiti gli appelli di Michele Buoninconti che, ai microfoni di diverse trasmissioni televisive, ha raccontato la sua verità descrivendo per filo e per segno cosa ha visto tornando a casa. La donna fu cercata in lungo e il largo, fino a quando il suo corpo venne trovato il 18 ottobre del 2014, durante alcuni lavori di bonifica del Rio Mersa, a circa un chilometro dall’abitazione a Costigliole d’Asti, privo di vita e in un avanzato stato di decomposizione. Da quel momento di sono susseguite numerose indagini atte a comprendere cosa fosse successo ad Elena Ceste.

Per le prove raccolte dalla Procura, secondo chi indaga, a compiere l’omicidio della 37enne è stato il marito Michele Buoninconti. Per tali ragioni il 29 gennaio del 2015 il vigile del fuoco è stato arrestato mediante l’applicazione delle misure cautelative. Nel luglio del 2015 ha preso il via il lungo percorso giudiziario che ha visto soltanto Buoninconti a rispondere del delitto, nonostante quest’ultimo si professasse innocente. Il primo grado di giudizio si è concluso con una condanna a 30 anni di reclusione (massimo della pena prevista dal rito abbreviato). Il 15 febbraio 2017, nonostante la difesa abbia provato a ribaltare la condanna, i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Torino hanno confermato la sentenza del primo grado. I 4 figli della coppia, fino al giorno dell’arresto del padre, sono rimasti con Michele Buoninconti nella villetta di Costigliole d’Asti, successivamente sono stati prontamente affidati ai nonni materni. I genitori di Elena Ceste, con l’aiuto degli altri familiari, continuano ancora oggi ad occuparsi di loro. 

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