Troppi sono i lati oscuri nella vicenda di Sissy Trovato Mazza, l’agente penitenziaria colpita alla testa dalla sua pistola senza impronte, oggi ancora in coma. I familiari non si arrendono e chiedono alla Procura di non archiviare ancora il caso.
Cosa sia successo all’agente penitenziaria Maria Teresa Trovato Mazza, per tutti Sissy, quel 1° novembre del 2016 resta ancora un mistero. La giovane aveva avuto un cambio turno improvviso, al quale non aveva detto di no. Come previsto si era recata all’ospedale civile di Venezia per controllare una detenuta che aveva da poco partorito. Le telecamere di sorveglianza la inquadrano poco prima dello sparo, esploso dalla sua arma di ordinanza. Sissy non appare per nulla turbata, anzi a tratti sembra addirittura sorridente. Nulla sembra quindi far pensare ad un gesto estremo da parte della 28enne. I genitori della ragazza fin dal primo giorno lottano per scoprire la verità e più volte hanno dichiarato che la figlia non aveva alcun motivo di compiere un folle gesto, puntualizzando che Sissy non aveva mai mostrato segni di malessere.
Per la Procura però la giovane ha provato a suicidarsi con la sua pistola, ferendosi gravemente e finendo in coma. Qualcosa però sembra non tornare. Sull’arma, infatti, non sono state rinvenute impronte digitali, neppure quelle di Sissy che poco prima dello sparo appare senza guanti. Come mai l’arma non ha impronte? Dubbi e perplessità che al momento non trovano risposta, anche se per la Procura non vi sono elementi determinanti per prendere in considerazione la pista del tentato omicidio. Per tali ragioni chi indaga intende archiviare il caso come tentato suicidio. L’avvocato della famiglia di Sissy Trovato Mazza, Fabio Anselmo, proprio per tali ragioni ha chiesto alla Procura di Venezia di prorogare i termini di archiviazione in quanto, a istanza dei familiari e dell’avvocato stesso, vi sono troppi misteri ancora irrisolti.
Nel frattempo le istituzioni sembrano aver abbandonato la giovane e la sua famiglia. Dal mese di febbraio è stato sospeso lo stipendio di Sissy. In molti, dopo aver appreso tale fatto, si sono stretti vicino ai familiari della ragazza con l’intento di aiutarli. Su Facebook il Comitato civico Sissy la Calabria è con te, con gruppo omonimo, ha messo a disposizione un conto corrente dedicato proprio alle donazioni in favore della ragazza e dei suoi familiari. Inoltre è stata aperta anche una petizione per chiedere giustizia e verità per Sissy.
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