Respinti e abbandonati nel deserto del Sahara. La tragedia dei migranti in Algeria

Uomini, donne incinte, bambini. In tutto circa 13 mila persone, profughi e migranti, provenienti dall’Africa subsahariana, sono stati respinti ai confini dell’Algeria in mezzo al deserto, con temperature fino quasi a 50 gradi. Molti di loro “sfiniti, sono scomparsi nella sabbia”. Per ogni migrante che muore nel Mediterraneo nel disperato tentativo di raggiungere l’Italia, ce ne sono due che perdono la vita in condizioni atroci nel Sahara.

SENZA ACQUA E SENZA CIBO

L’atto d’accusa è durissimo, secondo un’inchiesta dell’agenzia di stampa Associated Press, ripresa da ilPost.it, nell’arco degli ultimi 14 mesi l’Algeria ha respinto, o espulso, e quindi abbandonato al loro destino, più di 13 mila migranti nel deserto del Sahara: tra loro c’erano anche donne incinte e bambini che sono stati lasciati senza acqua né cibo, e costretti a camminare verso il Niger a temperature che arrivavano fino a 48 gradi.

NON SI CONTANO I MORTI…

I più fortunati sono riusciti ad arrivare ad Assamaka, un posto di frontiera; altri, disorientati e disidratati, hanno vagato per giorni prima di essere individuati e soccorsi da una squadra di funzionari e operatori dell’Onu.  Un numero incalcolabile di persone è invece morto lungo la strada: quasi tutti quelli che sono sopravvissuti e che sono stati intervistati hanno parlato di uomini, donne e bambini che semplicemente non riuscivano più ad andare avanti e che sono “scomparse” tra la sabbia.

Il respingimento al confine dell’Algeria. In alto: i migranti costretti a vagare nel deserto.

Secondo l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM), per ogni migrante morto nel Mediterraneo ce ne sono almeno due persi nel deserto: potenzialmente si parla di oltre 30 mila persone dal 2014.

JANET, CHE HA PARTORITO E PERSO IL BAMBINO

Janet Kamara, una donna della Liberia espulsa dall’Algeria lo scorso maggio, ha raccontato all’Associated Press: “Le donne, gli uomini giacevano morti… altre persone sono scomparse nel deserto perché non conoscevano la strada, ognuno era solo”. Kamara, che quando ha dovuto attraversare il deserto era incinta, ha perso il figlio che ha partorito durante il cammino. Ora si trova ad Arlit, nel Niger.

UE E ONU DISCUTONO, LITIGANO, E I SOLDI NON BASTANO…

Un portavoce dell’Unione Europea ha dichiarato di essere a conoscenza di ciò che l’Algeria stava facendo, ma che i “paesi sovrani” possono espellere i migranti fintanto che si conformano al diritto internazionale. L’Unhcr (Alto commissariato Onu per i rifugiati) – che riconosce il diritto di un paese di intervenire per affrontare la migrazione irregolare – ha però aggiunto che le espulsioni collettive sono proibite dal diritto internazionale: i paesi sono infatti tenuti a esaminare ogni singolo caso di espulsione in modo individuale. A differenza del Niger, l’Algeria non riceve fondi dalla Ue per sostenere l’arrivo dei migranti, sebbene abbia ricevuto 111,3 milioni di dollari in aiuti dall’Europa tra il 2014 e il 2017.

Le condizioni del viaggio verso una vita migliore sono le peggiori possibili

Photo credits: Twitter

Impostazioni privacy