Arrestato il sindaco di Riace, simbolo dell’accoglienza ai migranti. Scoppia la polemica

Domenico Lucano, sindaco di Riace (Reggio Calabria), è stato arrestato dalla Guardia di finanza, martedì 2 ottobre, e posto ai domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. L’arresto è scattato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Locri su richiesta della Procura della Repubblica. Disposto il divieto di dimora nei confronti della compagna del sindaco, Tesfahun Lemlem, accusata degli stessi reati contestati. La Procura della Repubblica di Locri, in una nota diramata alla stampa, parla, in relazione ai reati contestati a Lucano ed alla compagna, di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti”.

Secondo il procuratore di Locri, Luigi D’Alessio, Lucano ha dimostrato una “spigliatezza disarmante, nonostante il ruolo istituzionale rivestito”, nell’ammettere “pacificamente più volte di essersi reso materialmente protagonista e in prima persona adoperato, ai fini dell’organizzazione di matrimoni ‘di comodo‘”. Con l’arresto, vacilla il mito di un amministratore diventato famoso per il suo impegno in favore dei migranti, che in migliaia avevano trovato ospitalità nel centro della Locride. L’impegno di Lucano in favore dei migranti gli diede enorme notorietà anche a livello internazionale, tanto che nel 2016 la rivista americana Fortune lo inserì tra le 50 personalità più potenti nel mondo. I guai per Lucano cominciarono quando la Prefettura di Reggio Calabria, lo scorso anno, dispose un’ispezione nel Comune di Riace dalla quale emersero una serie di irregolarità nell’utilizzo dei finanziamenti governativi per la gestione dei migranti. I risultati dell’ispezione fecero scattare l’inchiesta della Procura. Accanto a Riace si è schierata una comunità larga di associazioni come Libera, comitati, intellettuali e scrittori come Roberto Saviano, giuristi, attori, ma soprattutto cittadini. Nella sua battaglia per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, Lucano è entrato spesso in polemica anche con il ministro dell’Interno, Matteo Salvini che in giugno lo aveva definito “uno zero”. E che ora, non aspettando l’esito delle indagini, Salvini commentain un tweet: “Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati!”. In difesa del sindaco di Riace interviene l’attore Beppe Fiorello che su Twitter scrive: “Mimmo Lucano, crederò in te più di prima. Qualcuno si porterà sulla coscienza la vita di un uomo straordinario, io lo so che Mimmo non sopporterà questa vergogna, ora cerco parole per difenderlo ma mi rendo conto che non va più difeso, va amato come lui ama il prossimo”.

Photo credits: Twitter

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