Decreto fiscale, dopo la lite M5S e Lega trovano l’accordo. Ecco in che cosa consiste

Accordo raggiunto sul decreto fiscale tra M5S e Lega dopo la lite di queste ultime ore sulla cosiddetta “manina” che avrebbe manipolato il testo. “Abbiamo approvato il decreto fiscale nella sua stesura definitiva, abbiamo raggiunto un pieno accordo”. Lo ha affermato, secondo quanto riporta il sito web dell’Ansa, il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa al termine del Cdm ieri 20 ottobre. “La Dichiarazione integrativa riguarda il 30% in più di quanto già dichiarato con il tetto di 100mila per anno d’imposta: no a scudi di sorta all’estero” precisa il presidente del Consiglio in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. Inoltre “non c’è nessuna volontà di fare una patrimoniale” affermano sia il premier Giuseppe Conte sia i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

LE DICHIARAZIONI DI CONTE

“C’è un accordo politico per cui in sede di conversione di questo decreto legge troveremo una formulazione adeguata a tutti i contribuenti che versano in situazioni di specifiche, oggettive, oggettiva, difficoltà economica” dice Giuseppe Conte in conferenza stampa al termine del Cdm. “Nella sostanza ora consentiremo un ravvedimento operoso ma abbiamo pensato che forse resta scoperto una delle promesse contenute nel contratto”, aggiunge. “A scanso di equivoci abbiamo anche valutato che tutto sommato poteva prestarsi a equivoci qualche causa di non punibilità, che avrebbe consentito di stimolare contribuenti ad aderire ma avrebbe dato un segnale di fraintendimento, quindi non ci sarà nessuna causa di non punibilità“. 

“NON VOGLIAMO USCIRE DALL’EUROPA”

Ho riferito delle interlocuzioni con Merkel e Macron, 50 minuti e non in piedi. Il clima che abbiamo in Europa è di dialogo e di disponibilità e lo abbiamo ribadito, siamo comodamente collocati in Europa” precisa Conte. “La cosa più importante è spiegare la manovra ai nostri interlocutori europei: intendo incontrare Juncker: stiamo varando il piano di riforme strutturali più grande nella storia d’Italia. Sono queste che servono di più al nostro Paese. Solo da queste – prosegue Conte – avremo aumento del Pil dallo 0,5 allo 1,2 in più. Siamo convinti di non aver gonfiato i nostri numeri“. La bollinatura del decreto fiscale varato in Cdm, orientativamente, dovrebbe avvenire lunedì 22 ottobre.

LE DICHIARAZIONI DI SALVINI

Finalmente si chiudono due o tre giorni surreali – ha dichiarato Matteo Salvini -, nessuno aveva intenzione di scudare, condonare regalare, non tutto il male vien per nuocere, tutto è bene quel che finisce bene”. C’è l’accordo “per recuperare quello che c’era nel contratto e non aveva trovato spazio, il saldo e stralcio delle cartelle di Equitalia, per le persone che versano in difficoltà economiche. Chiudiamo questa settimana con serenità fiducia compattezza e con questo impegno, e qua ci sono tre uomini di parola”. “Quello che poteva essere un passo indietro, poi è diventato un passo avanti, visto che ora faremo la rottamazione delle cartelle di Equitalia” ha detto Salvini, tornando sulla querelle della presunta manipolazione del testo decreto. “Non c’è alcun proposito di uscire dall’Ue o dalla moneta unica, stiamo bene in Ue le cui regole vogliamo modificare“.

LE DICHIARAZIONI DI DI MAIO

“Potenziamo lo strumento di saldo e stralcio delle cartelle Equitalia per tutte le persone in difficoltà. Abbiamo ribadito all’unanimità in Cdm che non c’è alcuna volontà di favorire chi ha capitali all’estero. “Grazie a questo decreto nasce oggi uno Stato amico che aiuterà la parte più debole dei contribuenti” precisa il ministro del lavoro che incalza: “Finché resterò capo politico del M5S e finché ci sarà questo governo non c’è nessuna volontà di lasciare Ue o la zona euro, c’è la volontà di sedersi con le istituzioni Ue”. “La dichiarazione integrativa già c’è nel nostro ordinamento, ma ora noi mettiamo un tetto: la norma è quella che si è letta in bozza ma precisando su base annua. Stiamo su 100 mila di imponibile”.

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