Libertà di stampa: giornalisti in piazza. La reazione di Di Maio e Di Battista

Giornalisti in piazza in tutta Italia, oggi 13 novembre, in difesa della libertà di stampa. E Luigi Di Maio annuncia di volere l’equo compenso per la categoria. Con Alessandro Di Battista il vicepremier si era reso protagonista – sabato scorso, a seguito dell’assoluzione di Virginia Raggi dall’ipotesi di reato per falso nelle nomine in Campidoglio -, di insulti ai giornalisti, definiti “sciacalli”, “pennivendoli” e “puttane” in relazione alla vicenda giudiziaria della sindaca di Roma.

SOLIDARIETA’ DA LONDRA E BRUXELLES

La reazione del giornalismo italiano è stata netta. E la Federazione Nazionale della Stampa ha organizzato flash mob nei capoluoghi di regione, indetti per la giornata di oggi 13 novembre, ricevendo anche adesioni dai colleghi di Bruxelles e Londra, con lo slogan “Giù le mani dall’informazione“. Dalle piazze è partito un coro unanime dopo le dichiarazioni di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista contro i giornalisti seguite alla sentenza di assoluzione per Virginia Raggi.

PRESIDI E FLASH MOB IN MOLTE CITTA’

A seguito delle prese di posizione, ieri, delle principali cariche istituzionali, compreso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, interviene anche l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. “Ogni attacco agli organi di stampa – afferma – rischia di ledere il principio costituzionale di libera manifestazione del pensiero, che è alla base del pluralismo dell’informazione e del diritto di cronaca e di critica”. Le principali manifestazioni si sono svolte a Roma, in piazza dei Santi Apostoli alla presenza dei vertici della Federazione, e a Milano in via Vivaio. Presidi anche ad Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Bolzano, Cagliari, Campobasso, Firenze, Genova, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Potenza, Reggio Calabria, Torino, Trieste, Venezia.

LA REAZIONE DI DI MAIO

Non si è fatta attendere la reazione del Movimento 5 Stelle. “La libertà di informazione si garantisce prima di tutto migliorando le condizioni di lavoro dei giornalisti. Soprattutto i giornalisti sottopagati, al limite dello sfruttamento”, afferma Luigi Di Maio in diretta video sui social aggiungendo: “Vogliamo garantire la libertà di stampa con l’equo compenso” per tutti i professionisti, anche per i giornalisti. “La stampa deve essere libera da tutto e da tutti“, ha aggiunto Di Maio sottolineando che “c’è una proposta di legge che porteremo a breve in Parlamento che incentiva i cosiddetti editori puri, cioè quegli editori che non hanno interessi politici né economici”. “Chi parla di dittatura oggi o di pericolo di dittatura come Berlusconi, mi fa un po’ ridere – dice Di Maio – perché rappresenta quella classe politica che quando era al Governo ha addirittura epurato giornalisti come Biagi, Luttazzi e Santoro”.

LA REAZIONE DI DI BATTISTA E BONAFEDE

È partita la difesa corporativista, puerile, patetica, ipocrita, conformista e oltretutto controproducente di una parte del sistema mediatico – sottolinea Alessandro Di Battista -. Quando per orgoglio e malafede non sanno chiedere scusa per le menzogne scritte sulla Raggi, per la difesa a spada tratta di un sistema morente, per aver avallato il neoliberismo e tutte le sue nefandezze, partono con la solita litania: ‘giù le mani dall’informazione'”. “Se fossi un giornalista prenderei le distanze da chi inventa i fatti e fa il tiro al bersaglio“, aggiunge il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

La manifestazione dei giornalisti del Piemonte a Torino (foto Twitter / Repubblica)

Photo credits: Twitter

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