Milano, Jessica massacrata a coltellate: chiesto l’ergastolo per Garlaschi

opo averla accoltellata per essersi opposta ai suoi approcci - questo, almeno è il movente ipotizzato dagli investigatori - l'uomo ha anche cercato di bruciare il corpo, salvo poi desistere e chiamare ambulanza, forze dell'ordine e l'Atm per dire che non sarebbe andato al lavoro perché non stava bene. La scena di fronte alla quale si sono trovati i poliziotti delle volanti, della scientifica e della mobile quando sono entrati nel microappartamento di Garlaschi era agghiacciante. Il povero corpo è stato trovato per metà infilato in un borsone infilato sotto il divano letto. Evidenti erano i tentativi maldestri di far sparire il cadavere. Il provvedimento di fermo è stato motivato dalla pm in una trentina di pagine nelle quali si ricostruisce, la dinamica del delitto secondo la quale, dopo una prima coltellata allo stomaco, la ragazza sarebbe stata colpita con altre al petto. Più di dieci, in totale i colpi inferti. La diciannovenne, è stato anche ricostruito, era mamma di una bimba di tre anni che le era stata tolta e data in adozione. Dopo essere entrata e uscita da varie comunità, era arrivata a vivere nella casa della coppia, in via Brioschi, perché aveva bisogno di un posto letto e ripagava l'ospitalità sbrigando le faccende domestiche.

La Procura di Milano ha chiesto oggi 30 novembre l’ergastolo con l’isolamento diurno per Alessandro Garlaschi. L’uomo, tranviere di 39 anni, è imputato di omicidio per aver ucciso con 85 coltellate, lo scorso 7 febbraio, Jessica Valentina Faoro. La ragazza, 19 anni, era ospitata in casa di Garlaschi, in via Broschi a Milano, in cambio di piccoli lavori domestici.

Come riporta il sito dell’Ansa, la richiesta del carcere a vita è stata avanzata da pubblico ministero Cristiana Roveda durante il processo in corso con rito abbreviato “secco”. Il Gup Alessandra Cecchelli aveva infatti rigettato la richiesta avanzata dal difensore di Alessandro Garlaschi, l’avvocato Francesca Santini, di processare l’uomo con rito abbreviato condizionato all’esame del consulente di parte, uno psichiatra nominato per accertare le capacità di intendere e volere del killer, e dell’ufficiale della polizia scientifica che ha rilevato le tracce biologiche sulla scena del delitto.

Il giudice ha anche ammesso il Comune di Milano tra le parti civili, a fianco dei genitori e del fratello della ragazza. La sentenza è attesa per metà dicembre. Stefano Faoro, il padre di Jessica Valentina, era stato presente anche all’udienza preliminare a carico del presunto killer. “Spero in una condanna giusta per questa persona” aveva dichiarato Faoro, anche lui dipendente dell’Azienda trasporti milanesi, che si è costituito parte civile insieme al figlio e alla moglie, assistita dal legale Eliana Capizzi, e anche lei presente in Tribunale. Era stato in occasione dell’udienza preliminare che l’avvocato Francesca Santini, difensore di Garlaschi,  aveva avanzato al giudice richiesta – poi respinta – di rito abbreviato condizionato all’esame dell’autore di una consulenza psichiatrica. Consulenza in cui si sostiene come Alessandro Garlaschi sia affetto da un “‘disturbo passivo-aggressivo'” e che al momento dei fatti avrebbe vissuto “una condizione di scompenso psichico tale da escludere” la sua “responsabilità soggettiva”.

ARCHIVIO – Milano, ragazza di 19 anni uccisa a coltellate. Arrestato un tranviere

Una ragazza di 19 anni, Jessica Valentina Faoro, è stata uccisa a coltellate a Milano. A trovarla in un appartamento in via Brioschi, nella zona sud della città, sono stati gli agenti della Squadra mobile e della Polizia Scientifica.

La giovane viveva in casa con una coppia, per la quale lavorava come donna delle pulizie. Lui, il 39enne tranviere dell’Atm Alessandro Garlaschi, è stato arrestato per omicidio, secondo quanto riporta il sito del TgCom24. Alla base del delitto ci sarebbe, secondo una prima ricostruzione dei fatti, un rifiuto della giovane dopo un tentativo di approccio da parte dell’uomo. Garlaschi avrebbe atteso l’uscita della moglie da casa per fare avances alla povera Jessica.

“Ho fatto un guaio grosso”, avrebbe detto poi l’uomo passando in portineria questa mattina, 7 febbraio, secondo quanto hanno riferito alcuni condomini. Negli ultimi giorni, stando ad alcuni testimoni, il tranviere e la ragazza sarebbero stati visti passeggiare insieme in un giardino della zona.

La moglie di Garlaschi, in lacrime, è stata portata via dalla polizia per essere ascoltata. Non è chiaro se fosse presente in casa al momento dell’omicidio. Il tranviere e la moglie vengono descritti dai vicini come “persone schive e un po’ scostanti”. “Abitavano in un altro palazzo, si sono trasferiti qui da qualche tempo, in un appartamento più grande, perché con i vecchi vicini c’erano stati alcuni screzi e, forse, qualche dispetto”, racconta un condomino.

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