Attentato a Strasburgo: dilaga sui social la teoria del complotto

Il segretario di Stato francese agli Interni, Laurent Nunez, si dice “indignato”. Crescono infatti in Francia, e dilagano sui social media, voci maligne. Molto maligne. C’è chi dice che l’attentato di Strasburgo sarebbe stato organizzato ad arte. Obiettivo: sabotare la protesta dei “gilet gialli” che da un mese infiamma la Francia e Parigi in particolare.

Il killer, dunque, che è ancora in fuga, è stato “mobilitato” o ha potuto agire indisturbato? E chi lo ha lasciato fare? I servizi segreti deviati? Si tratta di teorie che si presentano puntualmente a ogni atto gravissimo. Basta pensare a quelle, anche estreme, che circolano e circoleranno sempre sul 11 settembre e il crollo delle Torri Gemelle.

Sono francamente indignato. Ma come si possono dire cose del genere? È chiaro che sono teorie del complotto”. Queste le parole del responsabile del governo ai microfoni di France Inter, dopo che sui social sono fioccati commenti di questo tipo.

Su Facebook alcuni attivisti del movimento avevano in effetti iniziato a pubblicare post intrisi di scetticismo. A proposito della “strana coincidenza” tra il discorso di Macron e l’attentato. Sarebbero questi esempi palesi di un complottismo esasperato fino ad immaginare una strategia governativa per mettere a tacere le proteste e impedire nuove manifestazioni con la scusa della sicurezza nazionale minacciata dal terrorismo.

Addirittura, come prova del complotto, c’è chi adduce l’annuncio dell’invito della Prefettura del Bas-Rhin a rimanere a casa. Anche questo sarebbe stato anticipato ad arte: “Il prefetto parla prima che l’attentatore avesse agito?”, uno dei post incriminati. Con la conclusione obbligata per cui “la manipolazione delle masse al prezzo di vite umane”, è chiaro, “il governo ha fatto apposta a fare un attentato”. Col fine presunto di “instaurare lo stato di emergenza per impedire ai gilets gialli di fare la rivoluzione”. Questo scrivono molti utenti. Circostanza abbastanza fisiologica se non avesse trovato terreno fertile nelle condivisioni virali sui social.

Photo credits: Twitter

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