Faccia a faccia Meloni-opposizioni: i punti in comune e le distanze

Prima l’incontro con Conte e il Movimento 5 Stelle, poi quello con Azione: dalla bicamerale alle promesse: “Non faremo l’Aventino”

Prima il Movimento 5 Stelle, poi Azione. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha iniziato a incontrare i leader delle opposizioni per studiare insieme il cammino da percorrere in vista delle prossime riforme. I primi ad essere ricevuti a Palazzo Chigi sono i responsabili del Movimento 5 Stelle, capitanati da Giuseppe Conte. Poi, dopo le autonomie, è toccato a Carlo Calenda e ai rappresentanti di Azione e del Terzo Polo.

Al termine del faccia a faccia con Conte, il numero uno grillino ha spiegato: “Abbiamo avuto un incontro per discutere sulla prospettiva riformatrice costituzionale e abbiamo condiviso una diagnosi sul nostro sistema, a partire dalla instabilità degli esecutivi, ma da questo primo incontro non è venuta fuori una condivisione delle soluzioni. Siamo disponibili a un rafforzamento dei poteri del premier ma in un quadro che non mortifichi il confronto parlamentare e che non mortifichi neppure la funzione del presidente della Repubblica, che ha una funzione di garanzia, e ha un ruolo chiave. Abbiamo raccomandato di non coltivare l’ambizione di trapiantare modelli diversi sperando che poi possano funzionare da noi”. Aperture sulla bicamerale: “Si, siamo disponibili”, ha spiegato Conte.

Calenda: “Non faremo l’Aventino”

Dopo Conte è stato il turno di Carlo Calenda. Il leader di Azione, prima di entrare a Montecitorio ha scherzato con i cronisti e a chi gli chiedeva lumi sulla proposta di Giuseppe Conte di istituire una commissione ad hoc sulle riforme, ha dichiarato: “Può essere uno strumento. Mi aspetto che, su questo, il governo dica qualcosa non c’è per noi una pregiudiziale di metodo. Ci sono alcuni punto saldi che vorremmo capire se il governo condivide oppure no”. Al termine dell’incontro poi ha evidenziato parti in comune con il Governo, e motivi di divisione. Più netta, rispetto a quella assunta da Conte, la posizione sulla bicamerale. “Noi siamo a favore di una scelta monocamerale e comunque ad una distinzione fondamentale tra le due Camere. Siamo favorevoli all’indicazione del presidente del Consiglio, con l’opzione del sindaco d’Italia o con l’indicazione del presidente del Consiglio. Abbiamo sottolineato che c’è un tema grande che è l’efficienza del Parlamento, oggi viviamo in un monocameralismo di fatto. Indipendenza tra Camere e Governo? Se rafforzi l’esecutivo bisogna rafforzare anche la capacità del Parlamento di muoversi indipendentemente dalla forza del Governo. Poi abbiamo discusso di come interagisce il Governo centrale da quello locale. Oggi questa funzione è totalmente disfunzionale. Le cose non arrivano non solo perchè il Governo non le propone o le propone male, ma anche perchè nell’esecutività dell’azione, la frammentazione è disastrosa”.

“Importante il dialogo tra le opposizioni”

Calenda
Carlo Calenda, leader di Azione – Velvetnews.it

Sul rapporto col Governo.Mi sembra che sia disponibilità a raccogliere idee. Il Presidente del Consiglio non ci ha detto in che modo vuole ascoltarci, ma quello che è molto importante è che la riforma non solo non tocchi la figura del Presidente della Repubblica, ma che dia efficienza ai processi. Altrimenti è inutile farla. Noi non faremo alcun Aventino, sarebbe illogico e incoerente farlo. Credo che sia importante che le opposizioni abbiano un loro dialogo, ci sentiremo con le altre opposizioni per condividere le idee”

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