Kosovo: proseguono le proteste dopo gli scontri

I manifestanti serbi si sono di nuovo radunati questa mattina davanti ai Municipi in Kosovo, per protestare contro l’insediamento dei nuovi sindaci di etnia albanese. 

La situazione al momento è tranquilla, ma c’è una massiccia presenza della polizia kosovara, dei militari della Kfor, della Nato in Kosovo.

11 militari italiani feriti, Tajani: “Sono seguiti da vicino”

Durante gli scontri a Zvecan di ieri tra cittadini, polizie e truppe Kfor, ci sono stati circa 50 feriti tra manifestanti e militari della Nato, 11 dei quali italiani e 19 ungheresi.

Non ci sono feriti gravi”, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, spiegando che i militati sono “curati in Kosovo e il nostro ambasciatore li andrà a trovare stamattina. C’è anche il generale Figliuolo, sono seguiti da vicino con grande serenità. I militari italiani sono inquadrati in una missione Nato che punta a impedire la nascita di un nuovo conflitto tra Kosovo e serbi”. 

19 soldati ungheresi feriti

Anche il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha dichiarato che i 19 soldati ungheresi feriti operavano sotto il comando italiano. Stando ai media locali, i nuovi sindaci di Zvecan e Zubon Potok non intendono raggiungere i loro uffici oggi.

Il sindaco di Leposavic sarebbe rimasto bloccato ieri nella sede del Municipio, dove avrebbe trascorso la notte.

Dure sono state le condanne arrivate nelle ultime ore da Eulex e Unmik, le missioni Onu e Ue in Kosovo. Intanto vanno avanti le accuse tra Pristina e Belgrado, che si danno a vicenda la responsabilità di nuove forti tensioni e degli scontri nel nord del Kosovo.

Lo scambio di accuse tra Kosovo e Serbia

Il presidente serbo Aleksandar Vicic ha indicato il premier kosovaro Albin Kurti e la sua politica ostile ai serbi, che sono considerati gli unici responsabili della situazione. Ha anche fatto appello alla comunità internazionale e ai Paesi del Quint di “riportare alla ragione” Kurti.

La presidente del Kosovo Vjoosa Osmai, ha puntato il dito contro le “strutture parallele” della Serbia del Nord del Kosovo, che si sarebbero trasformate in “bande criminali”. 

La condanna Ue: “Atti contro i militari Nato inaccettabili”

Sulla situazione è intervenuta anche l’Unione europea, che ha condannato “con la la massima fermezza possibile la violenza scioccante a Zvecan. Gli atti violenti commessi contro le truppe della missione Nato in Kosovo (Kfor), i media, i civili e la polizia sono assolutamente inaccettabili”. 

Borrell: “Ridurre le tensioni”

In un tweet, Josep Borrell, Alto rappresentante Ue, ha esortato le autorità kosovare e i manifestanti “a ridurre le tensioni immediatamente e senza condizioni. Ci aspettiamo che le Parti agiscano in modo responsabile e trovino immediatamente una soluzione politica attraverso il dialogo”. 

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