Il falso in bilancio torna reato nel disegno di legge anticorruzione

Il falso in bilancio torna a essere reato. Il provvedimento è passato in esame in Aula al Senato questa mattina  nella seduta sul ddl anticorruzione: tra i primi punti in analisi  l’articolo 8 sul falso in bilancio, che sotto il governo Berlusconi era stato depotenziato prima (2002) e modificato poi (legge 262/2005).

Secondo quanto riportato dall’Agi:

L’articolo 8, che riguarda le società  non quotate, è stato votato con il voto segreto con 124 voti favorevoli, 74 contrari e 43 astenuti. Poco prima un emendamento allo stesso articolo, presentato da Forza Italia, era stato respinto per un solo voto. Le sanzioni per il falso in bilancio diventano piu’ severe per tutte le società, quotate e non. Vanno dalle 200 alle 600 quote azionarie. L’articolo 10 del ddl anticorruzione è passato invece con 182 sì, 85 no e 48 astenuti. L’articolo riguarda le false comunicazioni sociali per le societa’ quotate. Il reato e’ punito da tre a otto anni di reclusione. L’articolo è stato approvato a scrutinio segreto. La maggioranza, dunque, tiene per un pelo. L’emendamento 10.311 a prima firma Caliendo che chiedeva una modifica sul falso in bilancio è stato bocciato solo per cinque voti voti al Senato. Molte assenze nei banchi azzurri. In missione i senatori Amoruso, Scilipoti e Villari; non hanno votato Bonfrisco, Cardiello, Fazzone, Floris, Galimberti, Ghedini, Minzolini e Verdini. Stessa situazione sull’articolo 10: quattro i voti di differenza.

Truccare i rendiconti e i bilanci, anche per i soggetti che non hanno preoccupazioni di listino borsistico, torna dunque ad essere reato senza alcuna eccezione. Un voto, quello sull’art. 8,  che arriva sul filo di lana: il sì vince solo con tre voti di scarto, davvero pochi per un argomento così delicato. Atteso per oggi pomeriggio, l’esame definitivo sull’intero ddl. Sono, infatti, previste per le ore 16:00 le dichiarazioni finali, a cui seguiranno le votazioni. Prima che sia sera il ddl sulla corruzione dovrebbe avere il via libera del Senato.

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