Corea del Nord, ministro della difesa giustiziato a cannonate

Sarebbe stato giustiziato pubblicamente il ministro della difesa nordcoreano Hyon Yong-chol. Lo riferisce l’agenzia di stampa di Seoul Yonhap, citando come fonte i servizi segreti sudcoreani, la National intelligence service (Nis). Yonhap ha riportato che il capo delle forze armate sarebbe stato ucciso perché si sarebbe addormentato di fronte al leader di stato Kim Jong-un. Questa informazione non è stata, però, confermata da altre fonti. L’esecuzione sarebbe avvenuta tramite un plotone d’esecuzione munito di cannoni e armi antiaereo.

Secondo quanto detto da un funzionario dell’agenzia di intelligence sudcoreana in un briefing con i giornalisti, la causa che avrebbe messo fine alla carriera, nonché alla vita, di Hyon sarebbe quella di aver sonnecchiato durante una parata militare e di non aver eseguito a dovere le istruzioni. L’accusa ufficiale risulterebbe essere di “slealtà e mancanza di rispetto” verso il leader supremo. Hyon Yong-chol era considerato uno dei ministri più vicini al capo nordcoreano.

La Nis ha riportato altri dati/indiscrezioni preoccupanti: da inizio anno sarebbero stati fucilati altri 15 alti funzionari tramite esecuzione pubblica. L’accusa sarebbe quella di aver messo in dubbio l’autorità del leader politico. Questa pratica sembra  essere utilizzata come strumento per consolidare il potere ereditato da Kim a dicembre 2011 dopo la morte del padre. Nel 2013 Kim aveva fatto giustiziare suo zio Jang Song-taek tutore e numero due del regime per “alto tradimento”, rilanciando i timori degli osservatori sulla possibile instabilità politica del Paese. “Se queste ultime informazioni fossero vere, e questo va ancora confermato, vorrebbe dire che c’è un problema tra i vertici dell’esercito nordcoreano”, sostengono gli analisti.

Però, come spesso accade con le notizie che riguardano la Corea del Nord, non è possibile verificare se Hyon sia stato effettivamente ucciso. In passato alcune indiscrezioni sul regime di Pyongyang si sono rivelate false. Per esempio i servizi segreti sudcoreani avevano dichiarato che il 9 maggio Kim Jong-un avrebbe partecipato alle celebrazioni per la Giornata della vittoria a Mosca. Ma il Cremlino aveva immediatamente smentito.

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