Omicidio Varani, il testamento shock di Marco Prato: “Lasciatemi con lo smalto rosso”

Prima di suicidarsi Marco Prato, uno degli imputati dell’omicidio di Luca Varani, ha lasciato, nella cella del carcere di Velletri, le sue ultime volontà.

Si è chiuso il processo a carico dell’imputato Marco Prato, accusato dell’omicidio di Luca Varani. La presidente della Prima Corte d’Assise di Roma, Anna Argento, ha dichiarato la fine di tale atto giudiziario nel giorno in cui il complice Manuel Foffo, già condannato con rito abbreviato a 30 anni per il delitto Varani, era atteso in aula. Prato non ha retto il peso dell’accusa e, alla vigilia del processo, ha scelto di porre fine alla sua stessa esistenza. Prima di togliersi la vita ha lasciato un messaggio nella cella dove si proclamava innocente e spiegava che non riusciva più a sopportare l’attenzione mediatica intorno al suo caso.

Le ultime volontà di Marco Prato, riportate da Il Tempo, erano state scritte a poche ore dall’omicidio di Luca Varani, quando il trentenne si era nascosto nella camera dell’albergo sito a Piazza Bologna, a Roma. Tre fogli scritti a mano e indirizzati ai genitori, ai soci dell’agenzia eventi A(h)però e agli amici. Undici punti a cui lui teneva. Il primo riguardava le esequie: “Fate festa per il mio funerale, anche se vorrei cerimonia laica, fiori, canzoni di Dalida, bei ricordi: una festa! Dovete divertirvi!“. Sempre attento al look, scriveva di chiamare il centro di cappelli per sistemargli la chioma prima di essere cremato continuando: “Mettetemi la cravatta rossa, donate i miei organi, lasciatemi lo smalto rosso alle mani. Mi sono sempre divertito di più ad essere una donna!”.

Marco Prato nelle ultime volontà chiedeva: “Mettete Ciao amore ciao quando avete finito la festa per me e ricordatevi tutti assieme i miei sorrisi più belli”. Invitava a buttare il suo telefono e a distruggerlo insieme ai due computer, nei quali nascondeva i lati da lui stesso definiti brutti. E ancora: “Tenete alto il mio nome e il ricordo, nonostante quel che si dica. Non indagate sui miei risvolti torbidi, non sono belli”. Poi la conclusione: “Sto male, o forse sono sempre stato così. Ho scoperto cose orribili dentro di me e nel mondo. Fa troppo male la vita e come io ho imparato mi è insopportabile. Non ne avete nessuna responsabilità. Non sentitevi mai in colpa per tutto questo”.

Photo Credit Facebook

 

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