Sciopero medici, anestesisti e veterinari venerdì 23 novembre: ecco cosa succede

Venerdì 23 novembre, medici e anestesisti del Servizio sanitario nazionale (Ssn) incroceranno le braccia per 24 ore. Per essere più precisi, come scrive Today.it, si asterranno dal lavoro medici, veterinari e dirigenti sanitari di tutte le regioni, e in molti capoluoghi: Torino, Aosta, Milano, Padova, Bologna, Firenze, Perugia, Ancona, Roma, L’Aquila, Campobasso, Napoli, Bari, Catanzaro, Palermo e Cagliari. In tutte queste città è stata organizzata una manifestazione unitaria.

Alla protesta aderiscono tutte le principali sigle sindacali di categoria, incluse le maggiori (Anaao e Fp Cgil Medici). I sindacati di categoria avevano inizialmente proclamato due giornate di sciopero ma la prima, prevista per il 9 novembre, è stata revocata a causa di problemi interpretativi delle norme che regolano le giornate di sciopero in sanità. 

Medici e anestesisti rivendicano finanziamenti adeguati per il Fondo sanitario nazionale, assunzioni per garantire il diritto alla cura e il diritto a curare, il rinnovo del contratto nazionale di lavoro fermo da oltre dieci anni. E chiedono una riduzione dell’eccessivo carico di lavoro.

Lo sciopero “provocherà forti disagi negli ospedali italiani, con il probabile blocco delle sale operatorie che avrà come conseguenza l’annullamento di migliaia di interventi – sostiene il sindacato degli anestesisti rianimatori (Aaroi-Emac) che ha previsto un’ampia adesione -. Saranno invece garantiti tutti gli interventi indifferibili e tutelati i pazienti fragili”. 

Anche l’Anaao Assomed, uno dei sindacati più rappresentativi tra le professioni sanitarie, “conferma e ribadisce” le ragioni dello sciopero programmato dai sindacati della dirigenza Ssn per venerdì 23 novembre. E calcola che lo sciopero interesserà 135 mila medici, veterinari e dirigenti sanitari. “Il rischio è quello di un rinvio di circa 40 mila interventi chirurgici e di centinaia di migliaia di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche, e il blocco di tutta l’attività veterinaria connessa al controllo degli alimenti”. “Nonostante le timide aperture dei parlamentari incontrati nelle scorse settimane – avverte il sindacato – restano irrisolte, nei provvedimenti legislativi in itinere, le istanze avanzate dalla categoria”. Secondo l’Anaao Assomed i nodi da sciogliere riguardano “un finanziamento del Fondo sanitario nazionale 2019 che preveda le risorse indispensabili per garantire i vecchi e i nuovi Lea ai cittadini; il rinnovo del contratto fermo da 10 anni, con le necessarie risorse finanziarie e l’abolizione del tetto al trattamento accessorio; la cancellazione dell’anacronistico blocco della spesa per il personale della sanità che frena le assunzioni; il finanziamento di almeno 3.000 nuovi contratti di formazione specialistica post lauream”.

ARCHIVIO – Sciopero dei medici in tutta Italia: a rischio 40 mila interventi chirurgici

In tutta Italia per 24 ore, oggi 12 dicembre, medici, veterinari e dirigenti del Servizio sanitario nazionale – in tutto 134.000 professionisti – stanno incrociando le braccia per uno sciopero che, secondo le previsioni, potrebbe far saltare 40 mila interventi chirurgici programmati e migliaia di visite.

Al centro della protesta c’è la legge di bilancio di quest’anno, da cui ci si aspettava una attenzione maggiore per il settore, a partire proprio dai fondi per finanziare i rinnovi dei contratti ma a conti fatti, secondo il sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed, “mancano almeno 600 milioni al comparto”. Altra denuncia è quella relativa alladiminuzione del personale, con una riduzione dei medici pari a 9 mila unità dal 2010, cui sono da aggiungere 50 mila unità per il resto del personale.

Da qui la protesa che oggi, secondo l’Anaao, porterà alla sospensione di 40.000 interventi chirurgici programmati (escluse le urgenze), di centinaia di migliaia di visite specialistiche prestazioni diagnostiche, il blocco di tutta l’attività veterinaria connessa al controllo degli alimenti. La Sanità, afferma il sindacato, “chiude un giorno per non chiudere per sempre” e chiede al governo una “inversione di rotta”. Oggi, i sindacati medici manifestano alle ore 11 davanti al Ministero dell’Economia ed analoghe manifestazioni sono in programma in ogni capoluogo di Regione.

E arriva la solidarietà del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. “Sono assolutamente al fianco dei medici italiani”, ha affermato Lorenzin sottolineando che “ci sono due problemi: uno è quello dello sblocco del turnover che credo abbiamo seriamente contribuito a risolvere poiché con i piani ospedalieri presentati dalle Regioni abbiamo dato il via a migliaia di assunzioni nuove; poi c’è tutto il tema del rinnovo del contrattoche non è un tema che gestisce il ministero della Salute, ma io spero che riusciremo comunque a dare una mano per sostenere la buona causa dei medici ospedalieri in primis”.

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