Sex roulette, Lavenia (Di.Te) a Velvet News: “Con i giovani si parla troppo poco di sesso e dei rischi”

Si chiama Sex roulette ed è la nuova social challenge che sta mettendo a rischio la salute di tanti adolescenti in Italia. Consiste nell’avere rapporti sessuali non protetti e la sfida è non restare incinta. 

Diversi casi si sono verificati tra Bergamo, Cremona e Mantova su cui sta indagando il Dipartimento soggetti deboli della Procura di Brescia. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta e presidente Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche (Di.Te).

In cosa consiste la Sex roulette?
Consiste nell’avere rapporti sessuali prevalentemente non protetti, col fine di sfidare la sorte. Da qui il nome “roulette”;

Sfidare la sorte nel senso di restare incinta o meno?
Esatto. Avere rapporti sessuali non protetti e cercare, in qualche modo, di non restare incinta”;

E se si resta incinta?
Si abortisce. La challenge è partita dall’Inghilterra e sta facendo il giro del mondo. È segno che i giovani danno sempre meno valore al corpo. E di quanto anche la sessualità in quanto tale perda il senso della relazione. Si tratta di un gioco per diventare virale piuttosto che dare importanza all’atto in sé. Sex roulette è in linea con i dati emersi negli ultimi anni sull’autolesionismo, i disturbi alimentati soprattutto al femminile. Questa è l’ennesima challenge che sta girando, soprattutto tra minori anche più piccoli. C’è bisogno di parlarne per creare consapevolezza sulle difficoltà dei ragazzi di oggi”;

Questa challenge colpisce per tanti motivi. Tra questi i social, che non hanno controlli.
I social non hanno controlli. Ma il vero tema è che sono l’antidepressivo di quest’epoca. I ragazzi cercano soluzioni per uscire dal loro “torpore”, qualcosa che li attivi. Ma qui si rischia di diventare giovanissimi genitori per ottenere like, perché queste cose poi vengono raccontate, riprese e condivise”;

Avendo rapporti non protetti non si rischia solo una gravidanza, ma anche di contrarre malattie sessualmente trasmissibili che vanno dall’Aids alla gonorrea, o la sifilide. Forse con i giovani si parla troppo poco di queste cose?
Con i giovani non si parla proprio di queste cose. Una delle domande che i ragazzi fanno su Youtube è come funziona un rapporto sessuale. Oggi lo cercano su Youtube, domani lo faranno sulle chat di intelligenza artificiale. È chiaro che se noi adulti non diamo risposte e non parliamo di sessualità, questa verrà distorta. Noi genitori dobbiamo liberarci dalla paura di fare domande scomode ai nostri figli, che vanno dalla sessualità al tema della morte, del suicidio, dell’autolesionismo”. 

Cosa dovrebbero fare i genitori?
Innanzitutto dovrebbero informarsi sulle attività online dei loro figli, oltre che di quelle offline. Se pensiamo che restando in cameretta siano protetti, ci illudiamo. Questo tipo di tecnologia non si fermerà mai, anzi, andrà avanti. Con l’intelligenza artificiale aumenterà ancora di più, arriveranno cose incredibili. Sarà sempre più difficile convincere i nostri figli che è importante studiare e documentarsi. I genitori devono dire no se i ragazzi non hanno l’età per stare sui social, spingerli a fare un percorso di consapevolezza digitale. Potrebbero organizzare una class action per inserire nelle scuole l’educazione digitale e sessuale. 

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