Governo Meloni, arriva un importante riconoscimento internazionale

Per l’esecutivo italiano arriva una nota molto importante, che certifica il lavoro svolto e lo equipara al passato

La Standard & Poor’s, la più nota agenzia di rating, promuove il Governo italiano e traccia un bilancio dei primi mesi del lavoro di Giorgia Meloni e di tutta la coalizione. I risultati sarebbero più che incoraggianti e in linea con le aspettative.

“Dalla formazione del governo di coalizione di destra nel settembre 2022, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha perseguito un approccio moderato e pragmatico nei confronti dell’Europa e della politica fiscale, esemplificato dall’approvazione della Finanziaria 2023, che ha mantenuto una certa prudenza fiscale, in linea con il suo predecessore Mario Draghi”. Si legge nella nota redatta da S&P, secondo cui “la Finanziaria 2024 sarà un’importante indicazione dell’indirizzo politico del governo”.

Standard & Poor’s ha confermato il rating dell’Italia con valutazione BBB, mantenendo l’outlook stabile. L’aspettativa dell’agenzia, si legge in una nota, è che il debito pubblico dell’Italia in rapporto al Pil diminuirà nel 2023-2026, con la ripresa della crescita economica il prossimo anno, sostenuta dagli investimenti dell’Ue, dalla domanda esterna e dalla stabilizzazione delle ragioni di scambio.

Il consolidamento di bilancio

Meloni
Giorgia Meloni, premier italiano – Velvetnews.it

La valutazione dell’Italia, resta quindi invariata. Nella nota, Standard & Pool’s conferma che “l’elaborazione  della legge di bilancio 2024 sarà importante nel valutare l’impegno del governo a questa prudenza”, ha avvertito, precisando come, a suo avviso, il consolidamento fiscale sarà probabilmente “graduale e contingente” alla crescita e alle pressioni politiche. Su questo fronte l’agenzia nota che i timori per la salute di Silvio Berlusconi pongono “limitati rischi politici”. L’outlook stabile riflette l’attesa che il debito italiano cali rispetto al pil nel 2023-2026, con “la crescita che accelererà il prossimo anno a +1,0%” per poi salire ulteriormente all’1,4% nel 2025 e nel 2026. Il rating dell’Italia rischia di finire sotto pressione nel caso in cui il debito non calasse e se “le riforme fossero attuate solo parzialmente, soprattutto quelle legate ai fondi Ue. Questo metterebbe a rischio la crescita e i conti pubblici e quindi metterebbe sotto pressione il debito”. Secondo i calcoli di S&P anche se il governo dovesse procedere a un “consolidamento di bilancio da 5,2 punti percentuali fra la fine del 2022 e la fine del 2026, il debito pubblico sarebbe intorno al 136% nel 2026, Ben al di sopra della media dell’area euro e il terzo più alto fra i paesi dell’Ocse dopo Giappone e Grecia”. S&P osserva come la terza rata del pagamento del Pnrr è stata ritardata ma si “attende che la situazione sarà risolta prima del terzo trimestre. L’intenzione del governo di rinegoziare parte del piano potrebbe causare ritardi nei futuri pagamenti, anche se non riteniamo che questo possa far deragliare il programma”.

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